Vivere un momento speciale di preghiera e di condivisione della sofferenza dando vita a un’intensa giornata di vicinanza, fisica e spirituale, ai malati e ai loro familiari che quotidianamente, e spesso in solitudine, condividono il fardello della sofferenza con i loro cari. Con questo spirito di condivisione i Volontari della Sottosezione Unitalsi di Trebisacce (presidente il dottor Leonardo Campana)
in collaborazione con la Parrocchia “Cuore Immacolato della B.V.M.”, in occasione della XXVII Giornata Mondiale del Malato, ha celebrato la “Giornata del Malato” svoltasi nella mattinata di domenica con la celebrazione della Santa Messa celebrata dal parroco e assistente spirituale dell’Unitalsi don Vincenzo Calvosa e, a seguire con un bel momento conviviale presso l’Agriturismo “La Vallata” di Piana di Cerchiara a cui hanno preso parte i malati, i loro familiari e tutti i Volontari della Sottosezione di Trebisacce. La Giornata Mondiale del Malato, come è noto, è stata istituita da Papa Giovanni Paolo II e quest’anno si celebra in modo solenne nella giornata dell’11 febbraio in India e precisamente a Calcutta la città che ha dato i natali a Madre Teresa, il modello ideale per tutti i Volontari dell’Unitalsi, in occasione della quale la Chiesa Madre chiama a raccolta tutti i suoi figli, soprattutto i malati e i portatori di disabilità, ricordando a tutti i Volontari che i gesti del dono gratuito, come quelli del Buon Samaritano, sono la via più credibile e più efficace di evangelizzazione. «La cura dei malati – ha ricordato il Parroco nella sua omelia – hanno infatti bisogno di generosità e di tenerezza, di gesti immediati, gratuiti e semplici come una carezza, attraverso la quale si fa sentire a chi soffre il proprio affetto e la propria vicinanza». Quella di domenica 10 febbraio è stata dunque una giornata interamente dedicata ai malati, ai loro familiari ed al personale volontario che si dona, spesso e volentieri per colmare le lacune del sistema sanitario nazionale che sottovaluta il fatto che chi vive la sofferenza, troppo spesso in solitudine, interroga, scuote le coscienze e dovrebbe stimolare la società civile che in altri ambiti cresce e cerca la perfezione a tutti i costi dimenticando i più fragili, gli ultimi, il cosiddetto “scarto” della società dei consumi. «Per questo – ha esortato don Vincenzo Calvosa – per noi cristiani oggi è importante fermarsi, ascoltare e riflettere sul grande mistero del dolore e della malattia. Prendersi cura dei malati, – ha concluso l’assistente spirituale dell’Unitalsi di Trebisacce – far sentire loro un po’ di calore umano, fa bene non solo ai malati ed ai loro familiari ma anche a chi si dona attraverso semplici gesti di generosità. Gesti che, per i credenti, sono ispirati dalla fede e che, per i non credenti, dovrebbero essere stimolati dal valore della fratellanza universale».
Pino La Rocca