Il Consiglio Comunale di Amendolara ha approvato all’unanimità, nella seduta di venerdì sera, il Regolamento Comunale per la istituzione della De.C.O. (Denominazione Comunale di Origine) e concessione del marchio per il prodotto “Mandorla di Amendolara”. Un primo, significativo, passaggio per l’introduzione, ufficiale e strutturata, nel mercato, della mandorla di Amendolara,
utilizzata già da alcune attività commerciali per la realizzazione di prodotti unici del suo genere, come i delicati pasticcini del Panificio Tufaro, la mortadella alle mandorle della Macelleria Cirigliano e il gelato ai Sapori di Amendolara della Gelateria Murgieri: tutte eccellenze premiate a margine del convegno “Aminnuar: dal mito alla realtà” andato in scena subito dopo il Consiglio Comunale e dove si è discusso, davanti ad un attento e numeroso pubblico, dello stato dell’arte del progetto di valorizzazione della mandorla. Un riconoscimento anche per Leonardo Liguori che ha messo a disposizione alcuni mandorli presenti nel terreno di sua proprietà, appartenenti alla genìa della “Pizzutella”, varietà di albero di mandorle unico al mondo.
Nel territorio di Amendolara sono presenti un centinaio di varietà di mandorlo, ma gli studi scientifici del Centro di Ricerca, Sperimentazione e Formazione in Agricoltura “Basile Caramia” di Locorotondo (Bari) – con il quale il Comune ha sottoscritto una convenzione assieme all’Arsac (Agenzia Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura in Calabria) proprio durante il convegno – si sono concentrati su tre varietà: la “pizzutella”, appunto, ma anche la “mezza mullisa” e la “mullisa piccola”. Al convegno hanno partecipato, oltre al padrone di casa, il sindaco Antonello Ciminelli; anche la consigliere delegata all’Agricoltura, Mariateresa Stamato, che assieme al primo cittadino sta curando dal principio il progetto mandorla. «Abbiamo riscontrato una qualità davvero alta nella mandorla di Amendolara – ha commentato la Stamato -. Siamo sulla strada giusta». Presenti anche i vertici del Centro di Ricerca “Basile Caramia”, il delegato Pasquale Venerito e il direttore Vito Savino, i quali hanno illustrato il lavoro di mappatura genetica effettuato sugli alberi di mandorlo (dalla foglia, al fiore, al frutto) con la conseguente richiesta al Ministero dell’Agricoltura dell’inserimento nell’apposito registro.
Nel frattempo, comunque, con l’approvazione del marchio De.C.O. la mandorla di Amendolara potrà essere utilizzata nella trasformazione e quindi commercializzata come tale. Presenti al tavolo dei relatori – moderato dal giornalista e direttore di Paese24.it, Vincenzo La Camera che ha ricordato le origini del nome Amendolara che prima di identificarsi come tale è transitato attraverso alcune varianti dovute ai tempi, come Amigdalaria, Mendolaria, Mennulara: tutti nomi che evidenziavano un importante presenza di mandorli sul territorio e che ha portato oggi a caratterizzare Amendolara come “Il Paese della Mandorle e della Secca” – anche il dirigente dell’Arsac, Bruno Maiolo e il consigliere della Camera di Commercio di Cosenza, Mimmo Lione che hanno offerto la disponibilità del proprio ente ad affiancare il Comune in questo percorso virtuoso di valorizzazione di un vero marcatore identitario come la mandorla, potenziale volano di sviluppo per l’intero Alto Jonio e la Calabria. Soddisfatto il sindaco Ciminelli a cui sono state affidate le conclusioni dell’incontro.
«La valorizzazione della mandorla è un progetto ambizioso di questa Amministrazione – ha sottolineato Ciminelli -. Il riconoscimento della De.C.O. non è assolutamente un traguardo, ma solo un punto di partenza verso marchi più prestigiosi come I.G.P. e D.O.P.». Il primo cittadino ha rimarcato l’importanza di investire su un’agricoltura di qualità per il raggiungimento di un vero benessere, uno sviluppo economico ma anche per un orgoglio identitario da contrapporre alla grande distribuzione del Nord Italia che impone i propri prodotti. «Perseguendo questi obbiettivi e puntando sulla green economy – ha detto Ciminelli – che adesso punta a costituire un vero Consorzio di produttori – possiamo lottare contro il rischio spopolamento che attanaglia il nostro comprensorio».
Vincenzo La Camera