Rieccola la routine estiva: il caldo sulla pelle, il caffè pomeridiano e insieme al caffè la notizia di un attentato in Europa. Ci si guarda per un secondo, con l’amico barista, poi la rete ci informa che questa volta è toccato a Barcellona dove, sulle Ramblas, un furgone s’è scagliato sui turisti uccidendone 14. E’ ancora una volta un pugno nello stomaco, soprattutto quando scopri che a fare l’attentato è la solita feccia islamica: pare un commando di 12 persone, in buona parte uccisi dai poliziotti. 

Anche se a fare più male è la ormai abituale colata di nausea interattiva. Perché c’è un unico genere di reazione di cui ci stiamo dimostrando capaci: il commento. Così quei social, che hanno dato diritto di parola a milioni di cretini, in un attimo si riempiono di puttanate, tipo messaggi solidali, amorevoli, rabbiosi, indignati, politicamente corretti. 
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