Il gioco d’azzardo patologico, più brevemente conosciuto come GAP, è uno dei fenomeni in espansione dell’ultima decade. La sua diffusione ha raggiunto ormai cifre esponenziali in Italia, ma non solo. Soprattutto con l’avvento dell’online è divenuto sempre più complicato riuscire ad arginare un effetto secondaria capace di prendere piede senza limiti di età, sesso ma soprattutto condizione sociale. Dal punto di vista burocratico la sempre lentissima macchina legislativa italiana non si è dimostrata all’altezza di essere al passo coi tempi, rimanendo pericolosamente indietro sulle questioni che devono regolare un pericoloso “gioco”.
In Italia in particolare vi sono solamente tre regioni che ancora non godono di una legge ben precisa che regoli il GAP nel proprio territorio: Calabria, Sardegna e Sicilia. In particolar modo in Calabria vi sono state mobilitazioni forti nei comuni di Cosenza e Rende dei consiglieri comunali e dei rappresentanti nazionali del Movimento Cinque Stelle. Il desiderio comune è quello di dare alla terra calabrese una legge regionale sul gioco.
A Cosenza i portavoce al Senato Giovanni Endrizzi e Nicola Morra hanno chiesto al Primo Cittadino Mario Occhiuto e al presidente della Regione Calabria Mario Oliverio di “innalzare la tassazione a chi installa apparecchi da gioco nei propri esercizi commerciale, ridurne gli orari di funzionamento impedendolo ad esempio nelle ore di ingresso a scuola e al lavoro o in pausa pranzo, e a meno di cinquecento metri dai luoghi sensibili”.
La medesima volontà è stata manifestata in quel di Rende, dove si è lamentato il ritardo della presentazione in Consiglio del regolamento che necessita di approvazione, riguardante appunto il GAP. “A Rende, come a Cosenza e nell’area urbana, c’è bisogno di una regolamentazione delle sale slot e di un lavoro di sensibilizzazione indirizzato alle fasce più sensibili della popolazione. Siamo convinti che l’azzardo non sia solo un gioco, ma una vera e propria patologia e i comuni hanno il preciso dovere di intervenire per garantire e promuovere uno sviluppo sociale e culturale sano della nostra comunità”, ha fatto presente il consigliere comunale Miceli.
Fra le norme che si intendono introdurre vi sono: divieto di installazione di apparecchi entro i 300 metri per i comuni fino a 5 mila abitanti e non inferiore a 500 metri per quelli più grandi dai luoghi sensibili: chiese, scuole, enti pubblici, sedi di associazioni, bancomat, stazioni ferroviarie. La possibilità per i Comuni di lasciare aperte le sale non oltre le dieci; formazione obbligatoria per i gestori e personale di sala; supporto amministrativo comunale in caso di azioni legali; divieto di pubblicità anche su trasporto pubblico ed infine la non concessione del patrocinio della Regione Calabria per eventi che propagandano attività di gioco.
La legge dovrebbe essere approvata entro ottobre col numero 19 dal nome “Interventi regionali per la prevenzione dell’usura connessa al gioco d’azzardo patologico”.