Piccoli comuni: si va verso il loro recupero e la loro valorizzazione. Altro che farli scomparire, oppure obbligarli ad associarsi tra loro, un nuovo disegno di legge, ormai in dirittura d’arrivo, prevede infatti un vero e proprio Piano Nazionale per la riqualificazione e la valorizzazione dei borghi antichi con una popolazione inferiore a 5mila abitanti.
Praticamente si tratta, oltre che di gran parte dei comuni calabresi, di tutti comuni dell’Alto Jonio (ben 13), tranne Trebisacce e Villapiana che superano quella soglia. Barcollo ma non crollo: sembra essere questa in realtà la sfida dei piccoli comuni nei confronti di chi, in presenza dell’oblìo subito da parte dei governi che si sono succeduti negli ultimi anni, pretende di imporre la fusione dei piccoli comuni come unica alternativa possibile. Fusione che è stata sempre aspramente contrastata dai sindaci di questi piccoli comuni che sarebbero costretti a cancellare la propria storia e la propria identità. La nuova Legge fa però giustizia di questo luogo comune e getta le basi per la riqualificazione a la rivitalizzazione dei borghi antichi. C’è dunque soddisfazione tra i sindaci di questi piccoli comuni che proprio per contrastare la Legge n.56/’14 che obbligava i comuni ad associarsi avevano aderito alla ANPCI (associazione nazionale piccoli comuni italiani) guidata da Franca Biglia sindaco di un piccolo comune del cuneese. I piccoli comuni, sostiene l’associazione, sono infatti gli unici che hanno i conti in regola. La nuova Legge, oltre a sancire la legittimità dei piccoli comuni a “resistere”, stanzia i primi 100milioni di euro per la riqualificazione dei borghi secondo un programma nazionale. Propone inoltre misure per favorire la diffusione della banda larga, una dotazione dei servizi più razionale ed efficiente, itinerari di mobilità e turismo dolce e la promozione delle produzioni agroalimentari a filiera corta. In più, la Legge introduce semplificazioni per il recupero dei centri storici in abbandono o a rischio spopolamento da riconvertire in alberghi diffusi, opere di manutenzione del territorio con priorità alla tutela dell’ambiente, la messa in sicurezza di strade e scuole, l’efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico e interventi in favore dei cittadini residenti e delle attività produttive insediate nei centri minori. I piccoli comuni potranno anche acquisire case cantoniere e tratti di ferrovie dismesse da rendere disponibili per attività di protezione civile, volontariato, promozione dei prodotti tipici locali e turismo.
Pino La Rocca