Penso che se Karl Popper avesse conosciuto l’Italia di oggi mai avrebbe pensato alla democrazia come il governo sottoposto al controllo del popolo. Perché se il filosofo di origini austriache fosse stato così longevo da arrivare fino ai giorni nostri, si sarebbe reso conto di quanto il popolo, in democrazia, almeno da queste parti, non conti più nulla.
Perché qui chi deve governare, da oltre un ventennio, quindi dai tempi di Mani Pulite, non lo decidono più i cittadini attraverso libere elezioni, in cui si confrontano metodi di governo, idee e progetti diversi, ma pezzi importanti degli apparati dello Stato, della nostra burocrazia, oscuri vincitori di concorso quali i magistrati o addirittura i prefetti, che nulla hanno a che spartire con il popolo, la politica e la democrazia.
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