Nei giorni scorsi sono apparsi su alcune testate giornalistiche, articoli che chiamano in causa la Manifatture Oriolo. Per completezza di informazione, è utile analizzare alcune vicende. La Manifatture Oriolo nasce su iniziativa di 4 ex dipendenti della VM srl, a seguito dei licenziamenti collettivi di quest’ultima e che hanno portato alla perdita della totalità dei posti di lavoro ed alla chiusura della stessa.
A seguito di tale evento, temporalmente avvenuto a fine luglio 2016, 4 ex dipendenti, con famiglia, senza posto di lavoro, che hanno rateizzato le spettanze arretrate (ratei, tfr, mensilità arretrate, ect.), non riuscendo ad intravedere alcuna prospettiva per il futuro proprio e delle rispettive famiglie, quantomeno ad Oriolo, hanno fatto la scelta probabilmente più complicata.
Nel mese di agosto, hanno costituito una nuova società e dopo una trattativa con la proprietà della VM hanno preso in affitto capannone ed attrezzature.
A settembre hanno avviato, mettendo in gioco i pochi risparmi sottratti alle rispettive famiglie (non si fa impresa senza denaro), questa nuova esperienza imprenditoriale assumendo in totale 18 persone.
Non è stato facile, le banche non ci credevano, le abbiamo girate tutte ma finanziamenti zero.
Questa è la semplice realtà delle cose, 4 persone in mezzo ad una strada, che avevano da poco perso il posto di lavoro, senza garanzie, certezze, soldi (il tfr ed altre spettanze sono stati dilazionati avendo firmato un accordo transattivo con la vecchia azienda), anzicchè piangersi addosso, hanno imboccato la strada più complicata dando in pegno i pochi risparmi di una vita ed inevitabilmente il futuro dei propri figli per avere un’altra opportunità per se e ad altre 15 famiglie, garantendo quindi uno stipendio ad una parte degli ex colleghi che come loro si trovavano in una situazione difficile, senza lavoro e con uscite certe, famiglie, figli, mutui, restando ad Oriolo, in un Paese di poco più di 2000 anime, di cui la maggior parte anziani.
Parliamoci chiaro, al di là di giudizi sommari da bar e piazze, quanti ne avrebbero avuto il coraggio?
Ci chiediamo quindi a chi ci si riferisce quando si cita la “proprietà arrogante”; nessuno di noi si sente industriale, potenza economica, rappresenta corporazioni.
Quattro persone che hanno sempre lavorato con umiltà e diligenza (con rispetto per l’ex datore di lavoro e per le sue scelte), figli di persone umili (macellaio, agricoltore, muratore, edicolante) che hanno portato avanti la loro vita e le loro rispettive famiglie, non senza difficoltà, ma sempre onestamente e il cui unico insegnamento è sempre stato basato sui principi di onestà, rispetto e dignità.
Esattamente alla pari di tutti i lavoratori che dal primo giorno hanno creduto in questa nuova sfida e l’hanno resa possibile con i loro sforzi e sacrifici, senza mai rinunciare a diritti e dignità.
Dunque di quale battaglia si parla, popolo contro popolo?
Allora forse come titolo sarebbe stato più appropriato “ La vittoria di Pirro”.
E a proposito delle vicende giudiziarie, ci teniamo a precisare con fermezza la nostra totale estraneità alle vicende della VM con la quale non può esserci nessuna continuità o collegamento.
E’ superfluo ribadire che Manifatture Oriolo confidando senza se e senza ma nelle leggi e nella magistratura è assolutamente estranea alle vicende della VM, e non avendo commesso alcun illecito, si costituirà in opposizione all’ordinanza del giudice.
Certamente, il licenziamento collettivo di VM che ha riguardato 31 DIPENDENTI e non 7 (la totalità della forza lavoro), è una sconfitta per tutti; una vicenda i cui segni sono ancora vivi, perché vivere momenti di incertezza in un periodo storico come quello attuale, sapendo che comunque a casa c’è una famiglia, ognuno di noi ha ovviamente impegni, ci sono i figli, toglie la serenità.
E ci dispiace e siamo vicini a quanti ancora non hanno trovato una giusta gratificazione professionale;
per conto nostro se potessimo impiegheremmo non 5 o 10 persone in più, anche 100.
Purtroppo però la Manifatture Oriolo, azienda giovane con meno di un anno di vita, non può permettersi ulteriori assunzioni rispetto all’attuale organico.
Aumentare il personale senza criterio di sostenibilità economica, compromettendo di certo la stabilità aziendale, equivarrebbe a far cessare la nuova società in essere in tempi brevissimi con conseguenze disastrose per tutti poiché ci sarebbe la perdita della totalità dei posti lavoro; per tutti i 18 dipendenti di Manifatture Oriolo (ricordiamo ex dipendenti VM licenziati), per le rispettive famiglie, per l’intera comunità che vive di una economia debole con servizi primari come le scuole a rischio.
Chiediamoci per esempio, se Manifatture Oriolo fosse costretta a chiudere, quanti degli attuali dipendenti sarebbero costretti a lasciare Oriolo, quali ripercussioni negative si verificherebbero, l’indotto quanto ne risentirebbe?
Tutti aspetti importanti, su cui è necessario riflettere attentamente.
Dunque contro chi si sta conducendo una battaglia, forse contro dei lavoratori che hanno avuto il demerito di trovare un reimpiego? Contro degli ex colleghi che hanno avuto l’ardire di mettersi in gioco scegliendo di rimanere nella propria comunità e rinunciando a piangersi addosso?
Il diritto al lavoro e ad una vita dignitosa è un diritto di tutti, e non è accettabile in nome di tale diritto ed in nome di pochi calpestare il diritto di tanti.
Ci auguriamo che quanto accaduto, non sia un segno premonitore e non tocchi a nessuno la fine del Re Epiro, perché a quel punto poi il titolo non potrebbe che essere “cronaca di una sciagura annunciata” e rispetto alla quale ognuno di noi sarà costretto ad assumersi le proprie responsabilità.
Ma siamo certi che questa non sia la reale volontà di nessuno.
Piuttosto con l’impegno comune di tutti gli attori, è sicuramente più importante lavorare per migliorare le condizioni del fare impresa e creare sviluppo per soddisfare le richieste di lavoro del territorio e della nostra Regione.
Nel contempo auspichiamo che si ritorni, per quanto possibile, ad un clima disteso evitando e stigmatizzando eccessi di trionfalismi, spettacolarità e teatralità tese ad esaltare l’esibizione dell’estrosa espressività popolare o giullaresca, quasi come si stesse allo stadio a guardare una partita di calcio, perché in fondo rivolti ad ex colleghi e nulla hanno a che vedere con il contesto che ci pone difronte a tanti interrogativi e purtroppo tutti inquietanti.
Ci teniamo, per ultimo e certamente non in ordine di importanza, a ringraziare tutti coloro che ci sono stati vicini, coloro che hanno creduto in noi e continuano a farlo ed in particolar modo tutti i dipendenti della Manifatture Oriolo, i nostri colleghi della Manifatture Oriolo, per l’impegno profuso, la serietà dimostrata e soprattutto per la compostezza e la grande dignità con cui stanno affrontando questa situazione.
Manifatture Oriolo srl