In questi giorni sulla stampa sono stati pubblicati articoli relativi alla VM srl di Oriolo; è doveroso e indispensabile fare alcune precisazioni in merito alle vicende che coinvolgono la suddetta azienda.
La chiusura della fabbrica VM srl, non è un temporale a ciel sereno; infatti, come sanno bene le OOSS, per anni si è affrontato il tema della crisi del mercato e della fabbrica in oggetto in diversi tavoli sindacali;
nel tempo è stato necessario ricorrere più volte allo strumento della cassa integrazione guadagni ORDINARIA, per poi passare alla cassa integrazione guadagni STRAORDINARIA nel 2015/2016; quest’ultima, autorizzata con apposito decreto del ministero del lavoro e delle politiche sociali n° 93251 del 16/11/2015 iniziata il 07/9/2015 sarebbe terminata il 6 settembre 2016.
Tutti gli accordi sono stati regolarmente sottoscritti in sede sindacale da tutte le parti.
Le condizioni economiche dell’azienda, nel tempo si sono aggravate in maniera irreversibile, tanto da non consentire una prosecuzione dell’attività ed arrivare alla procedura di licenziamento collettivo che ha riguardato la totalità della forza lavoro.
Prima di giungere a tale sofferta decisione, sono state valutate tutte le strade e possibilità; il 05/11/2015 le OOSS e la RSA, in un incontro in sede sindacale presso gli uffici di confindustria, come si evince da relativo verbale sottoscritto, “manifestando la preoccupazione in merito alla situazione aziendale, in particolare per quanto riguarda la continuità produttiva ed il mantenimento dei livelli occupazionali….visti gli sforzi compiuti dall’azienda e dai lavoratori, comunicano che provvederanno a richiedere uno specifico tavolo di confronto con gli Assessorati competenti della Regione Calabria, affinché si attivino di conseguenza per la salvaguardia della realtà aziendale e la tutela dei lavoratori”;
sempre su iniziativa delle OOSS, a seguito dell’attivazione della procedura di licenziamento collettivo avvenuta in data 23/05/2016, al fine di valutare strumenti o iniziative per scongiurare la chiusura dell’azienda, si sono tenuti due incontri con l’assessore della Regione Calabria alle attività produttive, a cui hanno preso parte OOSS, Rsa, Azienda e Confindustria; il primo si è tenuto in azienda, al margine del quale l’Assessora ha incontrato le maestranze, il secondo presso il dipartimento dell’assessorato. Anche in questo caso non sono emersi elementi utili alla risoluzione del problema.
Anche relativamente alla procedura di licenziamento collettivo, svoltasi in sede sindacale per come previsto dalla normativa, hanno partecipato le OOSS e le rsa e si è conclusa con accordo sottoscritto da tutte le parti, le quali ne hanno attestato la regolarità e dove fra le altre cose si stabilisce la sottoscrizione “….di appositi verbali di conciliazione in sede sindacale ai sensi degli artt 410 e 411 c.p.c. ………ed inoltre, su richiesta delle OOSS, l’azienda conferma che, laddove si presentassero opportunità…..si farà carico….di favorire la più ampia ricollocazione dei lavoratori interessati dalla presente procedura nell’ambito delle previsioni di legge” verbale di accordo del 28/06/2016.
Tra le persone che hanno impugnato il licenziamento oggi, vi è chi precedentemente, nella consapevolezza del proprio ruolo e nel pieno della propria funzione, ha partecipato a tutte le fasi, coinvolgendo in assemblee pubbliche i lavoratori per metterli al corrente di ogni aspetto e quindi giungere alla firma dell’accordo.
E’ risultato anomalo allora, come, proprio chi ha partecipato attivamente a tutte le fasi propedeutiche all’espletamento della procedura e quindi alla firma dell’accordo, fosse fra chi poi promuoveva l’astensione dei lavoratori alla firma (1 OS) e fra i lavoratori non firmava la transazione prevista nello stesso accordo (relativa RSA)
Risulta ancora più strano che proprio chi ha partecipato a tutte le fasi di cui sopra, firmando l’accordo ed attestando la regolarità della procedura, poi la impugnasse davanti ad un tribunale.
Come sono cambiati i tempi; una volta bastava la parola ed una stretta di mano. Oggi, a quanto pare, non servono neanche gli accordi ufficiali, raggiunti con procedure limpide, trasparenti e legittime e soprattutto, sottoscritti liberamente nella totale e piena consapevolezza svolgendo ruoli da attori principali!!
Comunque, chi non ha accettato alcun accordo transattivo di dilazione del credito, è stato regolarmente saldato per come previsto dalla legge. (tfr, ratei, rol, festività soppresse, ferie, mensilità arretrate).
Riguardo invece a presunti “diritti violati” ed “ingenti differenze retributive per un inquadramento errato” , è pur vero che nessuno , MA PROPRIO NESSUNO, è vergine e non commette errori (da noi si dice “nessun si po fa gabb”) e ritornando a VM, possiamo smentire in maniera categorica poiché l’unica violazione riscontrata è quella di seguito riportata.
Infatti la VM Srl è stata oggetto di un accertamento da parte dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro di Cosenza, per verificare eventuali violazioni commesse proprio in merito al corretto inquadramento dei dipendenti, verifica iniziata il 20 aprile 2016 conclusa con verbale unico di accertamento e notificazione n. cs00003/2016-193 del 10/03/2017 prot. 12488 del 12/04/2017 della dtl di Cosenza, dal quale risultava un’unica violazione: è “la società VM srl ha occupato il dipendente B. V. in qualità di impiegato…livello AE1 anziché impiegato….livello AE2 per come previsto dal CCNL ….”
Come si evince chiaramente, l’unica infrazione riscontrata riguarda un solo dipendente su oltre 30 esaminati, mentre gli altri ex dipendenti della VM Srl erano correttamente inquadrati, in ogni caso anche questa unica posizione dopo la notifica della DTL si è stata regolarizzata.
Risulta senza dubbio oggi, una notizia sensazionale, quella di “ingenti differenze retributive per un inquadramento errato”, “diritti violati”, che dipinge un quadro dove il solito imprenditore arrogante che pensa solo al proprio profitto e si approfitta di poveri ed indifesi lavoratori che si battono per i propri diritti e lavorano alacremente per il proprio stipendio.
Peccato che il tutto non risponde a verità, e a ben vedere, chi oggi appare lupo probabilmente è agnello e viceversa.
FORSE FALLIRE E NON PAGARE NESSUNO SAREBBE RISULTATO PIU’ DA ITALIANO, ma ognuno si comporta come crede secondo coscienza.
Si vuole rammentare come la famiglia Bonamassa, agli inizi del 2000, con coraggio, abbia deciso di investire in un piccolo paese interno come Oriolo; ha creato lavoro ed occupazione permettendo a tanti giovani (senza mai guardare curricula o discriminare nessuno, guardando con simpatia sempre ai più deboli) di fermarsi nel proprio Paese e grazie ad uno stipendio onesto, ha garantito diritti, dignità e libertà.
Per anni ha garantito puntualmente un legittimo stipendio senza mai rivendicare nulla; gli ultimi anni, certamente non per propria volontà ma solo ed esclusivamente per le ragioni di crisi che hanno colpito tutta la Nazione e che tutti conosciamo, quella puntualità non è stato possibile rispettarla, giungendo purtroppo alla triste decisione di chiudere l’azienda perché non più sostenibile.
Nonostante ciò, non è stato negato nulla a nessuno ed in particolare, a chi non ha firmato l’accordo transattivo per poi impugnare il licenziamento, E’ STATA LIQUIDATA OGNI SPETTANZA.
A onor del vero, chi scrive, più volte ha suggerito alla “proprietà” un alleggerimento di unità lavorative in quanto i volumi di produzione e la crisi incalzante non giustificavano, almeno da un punto di vista imprenditoriale, il loro mantenimento. La risposta è sempre stata una sola:” ho investito nella mia terra non solo per spirito imprenditoriale ma anche e soprattutto per far sì che i giovani residenti in loco realizzassero il sogno di avere un lavoro senza allontanarsi dagli affetti”. Nella mia esperienza professionale, ormai ultraventennale, giammai ho incontrato un imprenditore che ha sempre anteposto le necessità dei dipendenti agli interessi propriamente aziendali. Ha sempre considerato le risorse umane l’anima e il cuore pulsante della V.M.
Ciò che appare inspiegabile è l’enfasi con cui alcune maestranze, supportate da talune organizzazioni sindacali, hanno cercato di far valere loro eventuali diritti, screditando pubblicamente il loro ex datore di lavoro. Tale comportamento ha generato incredulità ed amarezza nella mia persona, si immagini il disagio e la sofferenza di chi ha considerato i propri dipendenti parte della propria famiglia!!!!!!
Relativamente alle vicende processuali siamo fiduciosi che la verità emergerà anche in questo caso nella fasi che seguiranno, poiché supportata da fatti e documenti inequivocabili.
L’occasione è gradita per ringraziare tutti, nessuno escluso, coloro che negli anni hanno collaborato con la VM.
Dott. Salerno
Consulente VM srl