Giorno 3 maggio alle ore 10.30 si terrà al “Palazzo della Cultura San Bernardino” in Rossano – centro una giornata dedicata all’Educazione alla legalità in occasione della giornata nazionale dedicata a questo tema che ricade il 23 maggio per commemorare il XXV Anniversario della strage di Capaci (23 maggio 1992) in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli agenti di scorta.
Una giornata in cui si parla dei diritti umani per ricordare tutte le vittime di mafia che hanno lottato per una società migliore basata sulla giustizia e la legalità. Lo scopo del progetto è stato quello di sensibilizzare i ragazzi come cittadini attivi e responsabili del loro domani, promuovendo così la libertà, l’uguaglianza e la giustizia sociale. Ogni comunità educante, attraverso la scuola e tutte le agenzie educative presenti sul territorio, deve combattere ogni forma di discriminazione come lo sfruttamento minorile, la tratta degli esseri umani, il lavoro forzato, il lavoro nero e lo sfruttamento nel lavoro stagionale. Nascono così delle microcomunità empatiche, dando forma a delle sentinelle di legalità capaci di mitigare gli effetti nocivi dell’indifferenza e dell’individualismo. La base del progetto nasce da una mostra denominata ”Dietro il codice a barre”, portata in Italia e tradotta da Caritas Internationalis, di “Ressources Humaines Sans Frontiers” e della Ligue dell’enseignement per i diritti umani nell’ambito del lavoro; azione che mira a sradicare il lavoro forzato e il lavoro minorile, che non sempre sono facili da scoprire atteso che alcuni indizi caratteristici quali la mancanza di consenso, la costrizione, la mancanza di autonomia non sono di facile individuazione. Un esempio è proprio il nostro territorio, ricompreso nell’area della Diocesi di Rossano-Cariati, composto da 19 comuni con 56 parrocchie, per una popolazione residente di 139.000 abitanti a forte vocazione agricola, che è interessato al fenomeno del lavoro stagionale, riferito a raccolte specifiche di agrumi, con flussi migratori di lavoratori provenienti dal Nord Africa e dai Paesi dell’Est Europa. Alcune organizzazioni di categoria hanno stimato che nei mesi invernali la presenza dei lavoratori stagionali migranti è nel numero di circa 12.000 unità nella sola zona afferente alla piana di Sibari. Di questi solo la metà sono iscritti regolarmente nelle anagrafi comunali. Questa tipologia di lavoratore ha prodotto una differenza nel trattamento retributivo agricolo locale favorendo di fatto il lavoro nero e agevolando l’acquisizione fraudolenta di benefici previdenziali di falsi braccianti agricoli, per non parlare poi del cosiddetto fenomeno del CAPORALATO. Da queste non uniche considerazioni, nasce l’idea di proporre questo progetto nelle scuole finalizzato a sensibilizzare i ragazzi sulle tematiche sopra esposte sempre più attuali, partendo dal basso con interventi mirati a livello educativo e orientati alla rimozione della cause di ingiustizia. Per la realizzazione del Progetto hanno collaborato gli insegnanti di Religione Cattolica all’interno della scuola dove è stato accolto, segno della presenza della Chiesa Diocesana locale.
La mostra itinerante portata nelle scuole e allestita con immagini allegoriche sulla dimensione del lavoro nero, ci ha permesso di aggiungere un altro tassello all’opera di empowerment territoriale che l’Arcidiocesi di Rossano – Cariati sta portando avanti con il progetto Presidio che mira a rispondere concretamente ai bisogni sociali degli ultimi. Gli studenti partecipanti al progetto “Dietro il codice a barre… libera lo schiavo!” hanno realizzato dei racconti empatici attraverso il brainstorming di parole chiave e adottando il metodo didattico del cooperative learning. Ringraziamo i Dirigenti Scolastici che hanno accolto il nostro progetto all’interno delle loro scuole nella provincia di Cosenza: la prof.ssa Pina De Martino – I.I.S. E. Majorana di Rossano; la prof.ssa Adriana Grispo – I.I.S. San Nilo di Rossano; la dott.ssa Ornella Campana I.I.S. di Cariati – Liceo Scientifico Stefano Patrizi.Il nostro plauso va a tutti gli studenti coinvolti nel progetto, ai collaboratori e animatori della Fraternità Giovanni Paolo II, dell’associazione Tenda e della Ruskìa; agli insegnanti di religione Igino Romano, Achiropita Calarota, Rita Capristo, Enrica Sceppacerca, Maria Alesina e agli insegnanti di italiano Franca Malieni e Giovanni Motolo e a tutti coloro che hanno lavorato “dietro le quinte” sostenendoci in quest’impresa. E in particolar modo, un grazie speciale, va a Francesca De Cunto per la sua costanza nell’allestire le mostre e ad Antonio La Banca nella sua qualità di reporter del progetto. E infine, e non per ultimo, dobbiamo la nostra gratitudine piena alla curatrice del volume la dott. ssa Erminia Madeo che con esemplare pazienza ha saputo accogliere le nostre esigenze.
Antonio La Banca