Una mattinata intera per trovare un posto-letto negli ospedali calabresi e alla fine del pellegrinaggio il posto lo si trova a Matera, in Basilicata, dove il paziente colpito da infarto acuto di cui abbiamo riferito ieri, è arrivato dopo oltre due ore di telefonate e di rifiuti. E’ proprio allora il caso di dire che…mentre il medico studia, il malato se ne muore. Questa volta, per una serie di circostanze favorevoli presso il PPI di Trebisacce il paziente è stato preso per i capelli ed è stato consegnato nelle mani dei Cardiologi dell’ospedale civile di Matera, ma in altri casi verificatisi in passato l’epilogo è stato ben più grave. 

Per la verità, nel caso dell’ospedale di Trebisacce non sono i medici a studiare le soluzioni ma la politica e il management ma il risultato, purtroppo, è sempre lo stesso. Perciò il proverbio riassume efficacemente quello che sta avvenendo per la laboriosa riapertura del “Chidichimo”. Sentenziata dai Giudici e decretata dal Commissario ad Acta, l’Ospedale è sempre lì, ormai da circa un anno, in attesa che si concluda la lunga trafila burocratica e vengano aperti i servizi previsti sulla carta, soprattutto quelli per affrontare l’emergenza. Un’emergenza che, come abbiamo saputo, non si potrà risolvere in loco neanche quando l’ospedale sarà di fatto aperto come “ospedale di zona disagiata”. Dove allora, ci si chiede, se gli ospedali Spoke e Hab della Calabria sono tutti saturi come è successo mercoledì? Eppure al momento della chiusura del “Chidichimo” ci avevano raccontato che gli ospedali Spoke di Rossano-Corigliano e Castrovillari sarebbero stati potenziati. Ma può, ci si chiede ancora, un ospedale Hab di secondo livello come l’Annunziata di Cosenza rifiutare il ricovero di un paziente “critico”, in codice rosso? Finora, a giudicare da quanto è capitato l’altro giorno, il rifiuto è ancora possibile, ma non sarà più consentito d’ora in avanti perché a breve sarà emanata una Circolare (parola del direttore generale del Dipartimento Fatarella e del Diggì Mauro) in base alla quale gli ospedali Hab di secondo livello “devono” accettare il paziente in codice rosso perché, come hanno sentenziato i due dirigenti, è giusto che il paziente riceva assistenza in un ospedale e non faccia anticamera nell’ambulanza o sopra una barella altrimenti, come ha ironizzato il diggì Mauro, alla fine non sarà più necessario un posto-letto d’ospedale ma un loculo cimiteriale.
Pino La Rocca