Quale Movimento Cinque Stelle per la Sibaritide?
Ho assistito alla conferenza del magistrato Imposimato nella ampia piazza salotto di Corigliano e il piacere per la raffinatezza e la puntualità delle osservazioni dell’ex giudice ha fatto da contrasto alla delusione per aver visto un ristretto gruppo di militanti dei vari meetup e m5stelle locali ( Corigliano,Trebisacce e Rossano) più un po’ di pubblico . Ho rivisto tanti amici di battaglie ambientaliste o nella scuola, ma l’impressione di trovarmi davanti a una piccola minoranza è rimasta prevalente fino alla fine.
Mi dispiace, perché il personaggio che è venuto merita una alta considerazione e una ben diversa presentazione di presenze e di pubblico. Insomma nella serata di domenica 16 ottobre mi è sembrato siano venuti alla luce tutti i limiti dell’attuale presenza di questo movimento giovane che anche al sud ha preso piede: intanto i giovani c’erano, ma non erano prevalenti. C’erano un centinaio di giovanissimi seduti dall’altra parte della piazza intenti alle loro quotidiane faccende, c’era qualche ascoltatore seduto ai margini della grande piazza e il traffico su via nazionale scorreva come se niente fosse, tra l’altro anche a causa di un’amplificazione voce assolutamente inesistente. Insomma limiti organizzativi palesi, di cui non faccio nessuna colpa agli amici di Corigliano, ma che è un limite di tutte le riunioni del genere che ho visto finora nella nostra zona organizzate dal m5S. Non è così che si cresce. Quando ci si presenta al grande pubblico bisogna attrezzarsi a dovere , se no si rischiano brutte figure. Ma l’aspetto organizzativo non può comunque mascherare il dato che l’osso duro del M5Stelle da noi è ancora una realtà molto d’elite, di minoranza. Quali siano le cause è complesso spiegarlo in brevi note , diciamo che il tessuto sociale è sfilacciato e poco incline all’impegno politico o sociale, la politica si fa alle elezioni secondo il pensiero della maggioranza, gli individui si muovono per interessi specifici e concreti, che sono quelli della vita di tutti i giorni, difficilmente si prendono la briga di andare a sentire comizi o conferenze lontano dalle elezioni. Se questo è il contesto non va tralasciato che il M5S, è un’associazione che si è distinta , nei cosiddetti Meetup, i gruppi organizzati, anche per liti interne, atteggiamenti a torto o a ragione scambiati per settari e divisivi, un po’ da uno contro tutti, per semplificare. Nei comizi elettorali questi aspetti sono meno evidenti, perché il pubblico si informa di più e partecipa volentieri alle manifestazioni, lontano dalle elezioni queste cose invece pesano alla grande, come si è visto benissimo ieri sera. Ma l’aspetto che a me personalmente più interessa è un altro: c’è ancora pochissimo gruppo in tutte le esperienze di meetup che ho potuto conoscere in queste manifestazioni, o meglio c’è la volontà di fare associazionismo politico , ma prevale l’impegno individualistico militante. In altre parole il difetto generale dei calabresi , dei meridionali e degli italiani o di gran parte di essi si riflette anche nel movimento cinque stelle, almeno quello locale che ho visto sia ieri che in altre occasioni. Il che non necessariamente è solo un difetto, l’energia, la passione , la spinta individuale è una risorsa alcune volte geniale e comunque decisiva per superare battaglie o ostacoli difficili, ma quando si vuole convincere molte persone ci vogliono lidi o porti sicuri, dove tutti si sentono rappresentati. Allora le discussioni tipiche dei meetup alla fine lasciano il tempo che trovano, nel senso che sono discussioni quasi fini a sé stesse, incapaci di spostare l’opinione condivisa dei più. Questo penso sia un aspetto importante. Nulla toglie alle ragioni profonde e sacrosante di questo movimento, che io condivido per voglia di pulizia nella politica, rinnovamento, partecipazione ,rispetto dei valori ambientali, sociali e culturali, però con questi metodi difficilmente si mobilita la maggioranza: si possono vincere le elezioni, nei comuni o anche in altre istituzioni sovralocali, si può anche arrivare al governo, o vicino , ma o si fa prevalere lo spirito di unità, di condivisione, oppure è difficile fare dei veri progressi. Mi dispiace essere così franco verso tanti amici che frequento, ma ieri sera , purtroppo, Ferdinando Imposimato, colui che ha indagato il delitto Moro, ha scoperto gli altarini dei servizi segreti e delle massonerie deviate, meritava una presentazione più degna. In ogni caso ho imparato diverse cose nuove, una su tutte. l’Italia con le modifiche proposte dal governo Renzi alla costituzione, potrà andare in guerra col semplice voto della maggioranza della camera, mentre oggi ci vogliono almeno due passaggi parlamentari. Non si sa chi sia l’autore del testo di riforma della costituzione, il giudice Imposimato ipotizza siano alcuni lobbisti legati al sottobosco della finanza che Renzi utilizza; il senato viene solo modificato, ma non sparisce, mentre diminuisce e di molto il potere dei cittadini, perché le leggi di iniziativa popolare necessitano del triplo di firme rispetto ad oggi. In più l’aspetto grave è la violazione delle prassi costituzionali sancite dalle leggi che il governo ha calpestato, secondo le parole del giudice: voti di fiducia a più non posso in materie dove la costituzione dice che si debba votare sempre a maggioranza come minimo qualificata . Insomma ci sono molti punti oscuri e deboli nelle riforme proposte dall’attuale governo. Per la verità non avevo molti dubbi, ma in effetti sentire che il nostro paese potrebbe essere chiamato in guerra dall’oggi al domani con le riforme che vuole il governo, mi fa un certo effetto e penso che debba essere assolutamente evitato. Riflettano i cittadini dunque, non è solo se si è favorevoli o contrari a Renzi, ma ci sono dei pericoli seri nascosti in questa “riforma” della costituzione. Vista l’aria che tira dal 2000 ad oggi, queste iniziative di riforma possono avere solo un padre che risiede nella finanza che domina il mondo. Quale sia la banca che le ispira o la lobby finanziaria, lo sapremo forse solo dai libri di storia fra più di qualche decennio, ma si tratta di questioni rilevanti che solo il potere economico è in grado di promuovere e a cui il potere politico si presta.
Fabio Menin