Marisa Chiurco impedisce il taglio di spesa comunale di 300 mila euro. Per sua “convenienza”?
Secondo l’assessora comunale con delega alla Protezione degli animali, Marisa Chiurco, i cittadini di Corigliano Calabro dovrebbero rallegrarsi che il Comune ha speso nel 2015 e spenderà nel 2016 «soltanto 300 mila euro per garantire vitto ed alloggio a 400 cani ex randagi». Che l’assessora Chiurco non abbia alcuno interesse a risolvere il problema del canile e del randagismo in città lo dimostrano i fatti. E vediamoli, allora, questi fatti.
Marisa Chiurco, infatti, ogni qualvolta si paventa il taglio della spesa sul canile, agiterebbe in Municipio lo spauracchio dell’esistenza d’ipotetiche “leggi” che, a parer suo, disciplinerebbero l’obbligo da parte del Comune di mantenere un canile, e di altrettanto ipotetiche “responsabilità penali” da parte del sindaco Giuseppe Geraci in caso d’inadempienza. Senza mai fare esplicito riferimento a quali siano le “leggi” che obbligherebbero i Comuni a mantenere un canile e che prevedrebbero responsabilità penali per il primo cittadino.
Che non vi sia alcun obbligo di legge per i Comuni ad istituire un canile lo dimostra il fatto che su di un totale di 8.093 Comuni italiani, i canili ed i rifugi per cani autorizzati in Italia sono soltanto 915, ovverosia che in Italia ad ogni canile corrispondono ben 9 Comuni. È quindi ovvio come non vi sia alcun obbligo di legge per il singolo Comune a mantenere un canile, altrimenti la corrispondenza sarebbe di 1 ad 1, ovverosia un canile per ogni Comune.
Ciò che invece sarebbe, sì, un obbligo di legge per il Comune, è quello di sterilizzare, coadiuvato dall’azienda sanitaria locale, i cani presenti sul territorio in modo che non possano più riprodursi e che non vadano, nel caso di Corigliano Calabro, ad ingrossare le fila del canile privato “Varca group Srl” di Cassano Jonio con cui l’ente pubblico coriglianese ha un contratto d’affidamento per il servizio. Che sta tanto a cuore all’assessora Chiurco. Già, perché nonostante il procedimento di sterilizzazione sia del tutto gratuito per il Comune in quanto a totale carico dell’azienda sanitaria, e nonostante presso l’autoparco comunale coriglianese sia stata predisposta da diverso tempo una stanza appositamente adibita alla sterilizzazione dei cani, l’assessora non muove un dito affinché si sterilizzino i cani del territorio. Evidentemente mossa da chissà quale interesse affinché il Comune continui a versare centinaia e centinaia di migliaia d’euro a quel canile privato di Cassano Jonio, e a dispetto della delibera della Corte dei Conti n. 12/2014 che obbliga il Comune di Corigliano Calabro ad effettuare esclusivamente le spese obbligatorie per Legge.
E che l’assessora Chiurco abbia uno spasmodico interesse affinchè il Comune continui a spendere 300 mila euro l’anno nel vitto e l’alloggio per i cani lo dimostra anche la sua assenza durante la seduta di Giunta del 29 luglio scorso quando s’approvava il bilancio di previsione per il 2015. Che prevedeva proprio il taglio totale della spesa del canile. Spesa poi reintrodotta con una variazione di bilancio in Consiglio comunale, a quanto pare proprio a seguito di fortissime pressioni dell’assessora.
Abbiamo fin qui dimostrato, quindi, come Marisa Chiurco da un lato abbia fatto di tutto affinchè la spesa del canile continuasse ad essere effettuata, e dall’altro non abbia fatto nulla per risolvere il problema del randagismo circa il determinante aspetto della sterilizzazione dei cani. Forse perchè sterilizzare i cani sul territorio di Corigliano Calabro significherebbe tagliare gli “alimenti” al canile privato di Cassano Jonio?
Del resto, nella sua recentissima dichiarazione in argomento, l’assessora non fa riferimento alcuno al numero di cani sterilizzati perchè da tre anni in qua neppure uno ne ha sterilizzato. Ed ancora: il contratto d’affidamento del servizio-canile del Comune di Corigliano Calabro – come molti altri contratti per affidamento di dispendiosissimi servizi – è in regime di proroga da tre anni e l’assessora non s’è mai minimamente preoccupata di sollecitare l’emissione d’un nuovo bando di gara da parte del competente Settore manutentivo.
È molto più che evidente, allora, che a Marisa Chiurco non solo “conviene” che il Comune spenda 300 mila euro l’anno per mantenere 400 cani e che a mantenerli sia proprio quel canile privato di Cassano Jonio.
Finita qui? Magari! Già, perché l’unico documento che certifica la presenza di 400 cani riconducibili al Comune di Corigliano Calabro è una semplice autocertificazione del canile privato di Cassano Jonio che lo stesso invia ogni tanto all’ente pubblico, in cui comunica quanti cani ospita. Nessuno dagli uffici comunali preposti, nè la stessa assessora, s’è mai preso la briga d’andare a controllare se effettivamente vi siano questi 400 cani, se effettivamente siano riconducibili al Comune di Corigliano Calabro e se effettivamente ricevano i servizi specificati nel capitolato d’appalto, magari attraverso un’apposita e frequente certificazione da parte degli uffici comunali.
Nessuno, infatti, assicura ai coriglianesi che ad un cane “extracomunitario” in fuga da un Comune limitrofo a causa del “conflitto siriano” (col Comune limitrofo che magari in bilancio non ha stanziato neppure un euro per i cani) venga affibbiato l’“asilo politico” coriglianese sotto forma di microchip per ovvi motivi umanitari, tanto “i polli” di Corigliano Calabro in bilancio 300 mila euro per i cani li hanno! Ma, forse, proprio in tale ambito, l’assessora Chiurco è avvantaggiata dal momento che parla agli animali come San Francesco d’Assisi e saprebbe ben distinguere l’accento d’un cane di Rossano da quello d’uno di contrada Apollinara, stoppando alla frontiera i “migranti economici”.
Così funziona il randagismo canino a Corigliano Calabro «sotto controllo» per stessa dichiarazione di qualche giorno fa da parte dell’assessora delegata. E all’assessora va bene, forse proprio perchè le conviene…