“In Italia ci sono troppe obbedienze massoniche, ne abbiamo contate 236. Noi scontiamo un vuoto importante, una regolamentazione che faccia ordine nel mondo della massoneria così come è necessaria per l’associazionismo in generale. Noi vogliamo essere orgogliosi di dire che siamo massoni ed evitare che tutte le cose più brutte vengano addebitate al nostro mondo. Le devianze non ci appartengono”. Lo ha affermato il Gran Maestro Aggiunto della Gran Loggia d’Italia, Vincenzo Romano,
concludendo il concerto “Il segno e il suono, le radici della musica massonica” che si è svolto a Rossano nel giorno dell’Epifania su iniziativa della Provincia massonica della Magna Grecia.
“La massoneria –ha spiegato Romano- offre un metodo di ricerca che ha il fine di creare i presupposti per amare ed essere amati, il mezzo che usiamo è l’introspezione. E’ un atto d’amore e serve a migliorarsi. Il sentimento della fratellanza non è solo una parola, anzi speso si abusa delle parole, ma va costruito giorno per giorno”.
Il concerto è stato condotto dal M° Francesco Perri che ha illustrato i legami tra la musica e la massoneria in un percorso storico partito dalle origini del suono, analizzato dal punto di vista anche fisico, ed è arrivato alle arie più significative del Novecento, interpretate dal tenore Federico Veltri.