Resta in carcere il cognato presunto mandante dell’omicidio: il giudice ritiene sussistente il rischio di reiterazione del reato
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Castrovillari, Annamaria Grimaldi, non ha convalidato il fermo d’indiziato nei confronti del 31enne Salvatore Buffone (foto), cognato del 52enne Carmine Avato ucciso a San Cosmo Albanese la notte tra il 14 e il 15 novembre scorsi. Il giudice ha però emesso la misura cautelare in carcere per il fratello della moglie dell’ucciso, ritenendo sussistente il solo pericolo di reiterazione del reato, escludendo quindi i pericoli di fuga e d’inquinamento delle prove finora raccolte a suo carico.
Buffone è ritenuto dal sostituto procurtatore Maria Grazia Anastasia il mandante del delitto, poichè come tale è stato accusato da parte del reo confesso esecutore materiale, il 30enne rumeno Cristian Dulan, anch’egli in carcere, da domenica, come Salvatore Buffone. Secondo le accuse dello straniero, proprio quest’ultimo gli avrebbe consegnato una somma di denaro contante pari a cinquecento euro a titolo di “rimborso spese” per i suoi movimenti e la pistola calibro 7,65 che sarebbe servita ad eliminare Avato.
I legali di Buffone, gli avvocati Chiara Penna e Massimiliano Coppa, stanno leggendo gli atti d’accusa raccolti finora da parte dell’ufficio inquirente di Procura, al fine d’approntare la linea difensiva nei confronti del loro assistito, il quale, finora, s’è avvalso della facoltà di non rispondere tanto ai carabinieri che lo avevano prelevato e condotto in caserma domenica scorsa, quanto al giudice nell’interrogatorio di garanzia a seguito dell’udienza di convalida del fermo d’indiziato.
Cristian Dulan è rinchiuso nel carcere a Castrovillari con l’accusa d’omicidio volontario aggravato, Salvatore Buffone invece nel penitenziario di Cosenza quale presunto mandante del delitto, le cui presunte sottese trame familiari, relative alla legale separazione in corso tra la vittima e la propria consorte, sono ancora tutte da decifrare. Carmine Avato e la moglie 41enne, genitori di tre figli, sarebbero dovuti comparire dinanzi al giudice civile del Tribunale di Castrovillari due giorni dopo il fatto di sangue che ha visto soccombere l’uomo proprio davanti alla propria abitazione sotto il fuoco di quei quattro colpi di rivoltella che ne hanno decretato la fine della vita.
Frattanto, nel prosieguo delle indagini sul delitto, che continuano a ritmo incessante da parte dei carabinieri della Compagnia di Corigliano, nella mattinata di ieri sono state effettuate due nuove perquisizioni domiciliari a San Cosmo Albanese. Una proprio in casa della moglie della vittima, l’altra nell’abitazione della madre di quest’ultima. Gl’investigatori avrebbero prelevato una serie di documenti ritenuti di sicuro interesse ai fini dell’intricata inchiesta, ma nulla è trapelato circa la “natura” della documentazione stessa. Perchè se il delitto è maturato in famiglia, un movente ci dovrà pure essere…