Dopo la decisione del Tribunale del Riesame che solo poche settimane fa ha respinto il ricorso della Dda di Catanzaro sul mancato arresto dell’ex assessore regionale all’Agricoltura Michele Trematerra – coinvolto nell’operazione “Acheruntia” contro lo strapotere della cosca “Lanzino-Ruà” – la procura distrettuale antimafia ha fatto ricorso in Cassazione. Lo scorso 7 luglio è stata messa a segno l’operazione “Acheruntia”, condotta dal sostituto procuratore Pierpaolo Bruni.

La Direzione distrettuale antimafia aveva chiesto l’arresto nei confronti dell’ex assessore per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio aggravato dal favorire una consorteria di ndrangheta, ma il gip non lo aveva concesso ritenendo che «gli elementi posti dall’accusa a sostegno della mozione cautelare non siano sufficienti per ascrivere all’indagato la condotta di concorrente esterno in quanto non emerge la prova di un concreto ed effettivo contributo prestato da Trematerra a favore dell’associazione, emergendo, al contrario, piuttosto chiaramente, l’esistenza di una reiterata condotta di favore nell’interesse esclusivo di Angelo Gencarelli (ex consigliere del Comune di Acri ed ex componente la segreteria dell’ex assessore alla Forestazione della Regione Calabria Michele Trematerra) e di soggetti comunque ricollegati ad interessi personali (ed economici) di quest’ultimo». Una decisione contro la quale i magistrati della Direzione distrettuale antimafia avevano deciso di fare ricorso in appello. Secondo i pm, sono certi e sussistenti gli elementi per dimostare il legame tra l’ex assessore e la cosca cosentina “Lanzino-Ruà”. Secondo l’accusa, il clan avrebbe cercato di procacciare voti per Trematerra in occasione delle elezioni regionali del 2010 e i suoi componenti erano dediti, fra l’altro, a “condizionare” l’attività del dipartimento Agricoltura e Forestazione della Regione Calabria e del Comune di Acri per l’aggiudicazione di appalti pubblici nel settore della forestazione a favore di società di riferimento dello stesso sodalizio di ‘ndrangheta. A metà dicembre il Tdl ha respinto, però, l’appello poiché “gli interventi chiesti e ottenuti da Trematerra si sono rivelati funzionali a interessi personali ed egoistici dei singoli beneficiari e non si sono posti con la consapevolezza e la volontà di interagire sinergicamente con le condotte degli associati in funzione del potenziamento, consolidamento e mantenimento in vita del sodalizio”. Allo stesso tempo, secondo i giudici, a carico di Trematerra esistono gravi indizi di colpevolezza per quanto riguarda l’accusa di corruzione elettorale aggravata dal metodo mafioso poiché la consorteria mafiosa avrebbe tratto “un prestigio esterno” dall’elezione dell’ex assessore.

Giacinto De Pasquale