C’è una svolta nell’intricata matassa investigativa relativa all’omicidio di Carmine Avato, l’incensurato muratore di 52 anni freddato con quattro colpi di pistola calibro 7,65 durante la notte tra il 14 e il 15 novembre scorsi sotto la propria abitazione nel minuscolo comune di San Cosmo Albanese, nel Cosentino. Un giallo alla cui soluzione s’è arrivati nella mattinata di ieri, dopo poco più d’un mese dall’efferato delitto, a seguito dell’ennesima perquisizione domiciliare effettuata da parte dei carabinieri della Compagnia di Corigliano Calabro alla ricerca della “prova regina”, vale a dire l’arma che aveva fatto fuoco contro la vittima.

Già, proprio quella rivoltella spuntata nella mattinata di ieri in un’abitazione della periferica contrada San Nico di Corigliano Calabro e proprio nelle mani dell’assassino, subito reo confesso. Si tratta di Cristian Dulan (foto a destra), 30 anni, di nazionalità rumena, incensurato e con un “doppio domicilio” proprio tra il Coriglianese e il vicinissimo comune di San Cosmo Albanese. Il giovane, non appena s’è reso conto della presenza dei militi dell’Arma che gli stavano piombando in casa, ha fulmineamente pensato di disfarsi di quello schiacciante fardello metallico. Stava infatti per lanciarlo da una finestra, ma è stato visto da uno degl’investigatori. I quali, nella stessa abitazione, hanno rinvenuto pure ventidue proiettili dello stesso calibro della pistola, di fattura molto probabilmente dell’Est Europa e con la matricola punzonata. Il 30enne è stato prelevato dall’abitazione e condotto in caserma. Dove, ormai con le spalle al muro, ha confessato d’essere lui l’autore dell’omicidio di Carmine Avato. E non solo. Sì, perché il rumeno ha rivelato d’avere compiuto il delitto “su commissione”. E qui è saltata fuori la soluzione dell’agghiacciante giallo, che sin dall’inizio aveva lasciato supporre agl’inquirenti che l’omicidio del povero muratore fosse maturato nel proprio ambito familiare.
Secondo le accuse del rumeno, infatti, ad ordinargli d’uccidere Avato sarebbe stato il fratello della moglie di quest’ultimo, Salvatore Buffone (foto a sinistra), di 31 anni, difeso dagli avvocati Chiara Penna e Massimiliano Coppa del foro di Cosenza. Perciò, nella stessa mattinata, i carabinieri si sono presentati a casa del cognato per prelevarlo e portare in caserma pure lui su disposizione del procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla.
I risultati dell’indagine sono stati illustrati alle 13 di ieri, nel corso d’una breve conferenza stampa tenuta presso il Comando della Compagnia dei Carabinieri di Corigliano da parte dello stesso capo dell’ufficio inquirente, unitamente al capitano Francesco Barone, comandante dell’Arma coriglianese.
Il procuratore Facciolla ha tenuto a sottolineare l’estrema professionalità mostrata in questi mesi da parte degl’investigatori, i quali hanno lavorato in stretto e costante contatto col sostituto procuratore castrovillarese Maria Grazia Anastasia, titolare del fascicolo d’indagine sull’omicidio di Carmine Avato. Le indagini, ancora e tuttora in corso, sono state finora svolte tanto attraverso i metodi investigativi di tipo classico quanto attraverso numerosissime intercettazioni telefoniche ed ambientali per mezzo delle quali si sono riuscite a ricomporre le trame dei rapporti familiari e di quelli interpersonali d’una serie di persone sospettate. Compresi quelli tra il rumeno reo confesso dell’omicidio ed il cognato della vittima. E gl’inquirenti non escludono affatto altre responsabilità nel delitto.
Il movente? Gl’investigatori si dicono convinti che esso sia da ricercarsi nei tesissimi rapporti d’equilibrio familiare – per motivi tanto di natura patrimoniale quanto caratteriale – tra la vittima e la moglie 41enne. La coppia, infatti, già da qualche tempo viveva da separata in due distinti alloggi dello stesso stabile familiare, e soltanto due giorni dopo il delitto sarebbe dovuta comparire dinanzi al giudice civile del Tribunale di Castrovillari per la prima udienza della loro già accesa causa di separazione. Ne sapremo di più quando il quadro investigativo potrà dirsi completo.