Martedì sera nella sede del Pd i consiglieri hanno bocciato la proposta mozione di Sapia (M5S). Laise (Sel) dissente
I gruppi politici di minoranza che siedono nel Consiglio comunale di Corigliano Calabro non ne vogliono proprio sapere di mandare a casa l’amministrazione del sindaco Giuseppe Geraci. Perciò, non hanno preso in alcuna considerazione la proposta, lanciata pubblicamente nei giorni scorsi da parte del consigliere del movimento 5 Stelle, Francesco Sapia,

il quale perorava la presentazione d’una mozione di sfiducia nella prossima seduta consiliare, finalizzata a fare da “amo” per alcuni consiglieri della maggioranza civica che sostiene Geraci tra i quali da tempo si registrerebbero “malumori” nei confronti della Giunta.

«Su ognuno di noi grava la responsabilità politica e morale d’interrompere al più presto questa infelice parentesi buia della nostra città, e se non lo facessimo saremmo in parte colpevoli rispetto alle prossime generazioni», aveva scritto Sapia.
Martedì sera presso il circolo del Partito democratico dello Scalo s’è tenuta una riunione cui hanno preso parte i consiglieri comunali del partito ospitante – Giovanni Spezzano e Carmen Emiliana Fusaro – i consiglieri del Nuovo centro destra, Elvira Campana e Giorgio Triolo, ed il consigliere civico Francesco Madeo. I quali, dinanzi a una platea piuttosto partecipata soprattutto da parte d’esponenti del centrosinistra, hanno discusso e al contempo snobbato la proposta del consigliere pentastellato Sapia, ritenendo non opportuno in questo momento tentare di dare una “spallata” al sindaco Geraci ed ai suoi.
Non se ne farà nulla, insomma, la mozione di sfiducia a questo punto non sarà neppure presentata. Le minoranze, in stato confusionale, “arrancano” dunque. E il concetto lo esprime a chiare lettere l’esponente cittadino di Sinistra, ecologia e libertà, Alberto Laise, pur non sedendo tra i banchi del civico consesso: «Ci sono due idee di cosa sia l’opposizione in Consiglio comunale – scrive – e se una mozione di sfiducia è diretta ad un’amministrazione che durante la riunione tutti hanno definito fallimentare, non presentarla è un fatto incredibile, perchè dovrebbe essere un atto politico di dissenso, di distinzione rispetto a ciò che non si condivide, un atto di ribellione verso un modo d’agire, e ragionare se sia opportuno o meno, se vada a buon fine o meno, è pura speculazione; sostenere che si dovrebbe portare l’amministrazione a fare quello che non ha fatto in due anni è follia, oppure opportunismo: ma veramente si teme che essa possa andare a buon fine? Quando a maggio non sarà cambiato nulla – conclude l’esponente di Sel – e quando qualcuno deciderà di staccare la spina e di consegnarci ad un commissariamento, allora ricordate ciò che avete detto…»