Alto Jonio –  “Le nozze di Laura”, film di Pupi Avati andato in onda lunedì sera su RAI 1: uno spot promozionale per la bellezza dei paesi e dei luoghi, ma un pessimo ritratto della Calabria, rappresentata secondo l’abusato stereotipo di regione gravida dei suoi mali antichi e quindi abitata da una popolazione inospitale, razzista e piena di pregiudizi. Insomma una regione ancora attardata su canoni di arretratezza, con matrimoni combinati, con genitori padri-padroni e con imprenditori dediti allo sfruttamento delle classi più deboli, siano essi italiani o stranieri.

Non certo un buon ritorno di immagine, quindi, per una Regione che ha sponsorizzato il film investendo circa 100mila euro di soldi pubblici. In realtà il film per la TV di Pupi Avati, che ha registrato una “audience” di 4milioni e 200mila spettatori ed uno share del 22%, ha fatto parlare molto di sé ed ha diviso molto le opinioni degli spettatori, soprattutto quelli dei paesi in cui sono state girate molte scene (in primis Rocca Imperiale, ma anche Roseto e Montegiordano), i quali hanno letteralmente invaso il web per commentare l’evento con osservazioni abbastanza pertinenti e talvolta molto severi, sia di segno positivo che negativo. La verità è che intorno al film si erano create troppe aspettative e tutti si aspettavano una realtà edulcorata, romanzata, intrisa di quella diffusa bonomìa che contraddistingue la maggior parte dei film di standard popolare che, guarda caso, hanno quasi tutti una conclusione a lieto fine. Allora, hanno sostenuto alcuni, forse è stato sbagliato il regista perchè Pupi Avati, hanno spiegato, è un impareggiabile sognatore, uno che racconta favole che spesso mettono a nudo verità scomode. «Il film – ha scritto un esponente politico della zona facendo salva la bellezza dei luoghi – racconta tutto il peggio della Calabria e allora, quando, da provinciali, accogliamo in pompa magna i “maestri” del cinema, orgogliosi di essere stati scelti, magari facciamoci dire prima la trama del film e l’immagine che di noi calabresi viene veicolata attraverso i media nazionali». C’è stato addirittura chi, da Rocca Imperiale, ha proposto il ritiro della cittadinanza onoraria attribuita di recente a Pupi Avati. Non fa testo invece la posizione naturalmente divergente di taluni settori della politica locale che continuano a fare campagna elettorale esprimendo giudizi diametralmente opposti. «Al netto – ha scritto qualcuno degli oppositori dell’attuale esecutivo – dell’orgoglio di aver visto i nostri luoghi in TV e dello straordinario messaggio religioso, crediamo di aver vissuto una vera grande mortificazione per l’immagine arretrata e falsa di noi tutti, un’immagine che purtroppo è stata proposta all’Italia intera» «Sempre più fiero e orgoglioso del film e soprattutto del risultato». Ha risposto la controparte stigmatizzando i soliti critici. «Questa – ha aggiunto – è una storia “vera” della nostra terra, che purtroppo succede tutti i giorni e scandalizzarsi è da ottusi. E poi, vedere del razzismo in un matrimonio tra due persone di diverso colore è da limitati…». Giudizi e valutazioni contrastanti, insomma. Tutto il bello della libertà di far circolare le proprie opinioni attraverso l’autostrada del web!
Antonio Monaco