La Dda di Torino ha chiesto di potere interrogare Noussair Louati, il 27enne tunisino bloccato la scorsa primavera a Ravenna dalla Digos in applicazione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere chiesta dalla Dda di Bologna perché il giovane era in procinto di partire per la Siria, via Germania, per unirsi all’Isis. L’interrogatorio, alla presenza dell’avvocato difensore Francesco Furnari del Foro di Ravenna, è stato fissato per venerdì a Roma dato che il 27enne è ora detenuto nel carcere di Rossano Calabro.
Louati, bloccato in strada nella notte tra il 21 e il 22 aprile nel quartiere ravennate della Darsena di città, dietro alla stazione ferroviaria e non distante dal suo domicilio, è stato il primo caso in Italia nel quale è stata applicata la nuova norma cosiddetta anti foreign-fighters. Il giovane, sposato con un’italiana dalla quale ha avuto una figlia, era tenuto sotto controllo dalla polizia da quando l’11 febbraio scorso si era recato al centro culturale islamico di viale Jenner a Milano per cercare, invano, un contatto per arruolarsi il prima possibile. Numerosi i suoi messaggi via Facebook nei quali aveva espresso l’intenzione di unirsi ai combattenti dell’Isis: da qui l’accusa di essersi arruolato per il compimento di atti aventi finalità di terrorismo. In un dialogo con un palestinese che gli aveva detto di trovarsi in un campo profughi alla periferia di Damasco, aveva palesato in pieno la sua intenzione: «Io sto arrivando, se Dio vuole voglio fare il Jihad per Dio». Il giovane è già stato interrogato dai pm delle Dda di Bologna rispondendo alle domande; l’indagine a suo carico risulta ancora aperta.
Giacinto De Pasquale