Al contrario di quanto previsto per privati ed aziende locali, nessun controllo preventivo per quanti amministrano o lavorano in Municipio
È dei giorni scorsi, a Corigliano Calabro, la polemica scaturita dal blocco dei contributi finanziari regionali a titolo di buoni per l’acquisto dei libri scolastici, nei confronti dei nuclei familiari che registrano morosità tributarie col Comune. Uno dei primi provvedimenti emessi da parte della Giunta comunale retta dal sindaco Giuseppe Geraci fu proprio quello relativo alla compensazione dei crediti da parte dei privati nei confronti del Comune, con le loro eventuali posizioni debitorie sui tributi comunali.
In pratica, prima che il Comune liquidi delle somme di denaro a privati cittadini o ad aziende a qualsiasi titolo creditori dell’ente, quest’ultimo dapprima provvede a controllare che essi non abbiano morosità tributarie con lo stesso, e, in caso positivo, provvede unilateralmente a compensarli, liquidando agli stessi l’eventuale differenza.
Una modalità di recupero dei crediti forzosa, insomma. Purtuttavia, ciò che appare molto discutibile, è la pratica compensatoria tra il contributo finanziario regionale per i buoni-libri e le morosità tributarie col Comune di Corigliano Calabro, che di quei fondi regionali dovrebbe essere mero “dispensatore” alle famiglie aventi diritto in base alle certificazioni reddituali.
A parere di molti cittadini che sono incappati nelle strette maglie della compensazione comunale dei tributi ed il cui scarso reddito non permette loro d’acquistare i testi scolastici per i figli frequentanti le scuole dell’obbligo – quindi, a maggiore ragione – ciò non sarebbe possibile. E in diversi si sarebbero già affidati a dei legali al fine di presentare degli specifici ricorsi.
Ma ammesso e non concesso che la compensazione coi buoni-libri sia possibile, nella sede municipale di Palazzo Garopoli vige il “sistema” dei sette pesi e delle quindici misure. Già. Perchè ciò che sembra valere per la moltitudine dei cittadini, sembra non valere affatto per pochi eletti. Il sindaco, gli assessori, i consiglieri, i dipendenti comunali, tutti, mensilmente, nel momento in cui il Comune deve essi accreditare indennità di carica, gettone di presenza o stipendio, risultano creditori nei confronti dell’ente. Eppure, nei confronti d’essi, il Comune non effettua alcun tipo di controllo circa la sussistenza d’eventuali morosità tributarie prima che ad essi stessi siano liquidati i corrispettivi.
Da qui alle prossime ore è attesa la convocazione del Consiglio comunale monotematico richiesto dal sindaco Geraci al presidente dell’assise civica, finalizzato a “parare i colpi” dei cittadini che protestano per il salasso tributario abbattutosi sulle loro teste attraverso il recapito delle bollette della tassa per lo smaltimento dei rifiuti.