AMENDOLARA  – Riscoperta e promozione del terroir, consapevolezza e condivisione dei marcatori identitari, sensibilizzazione al consumo locale delle produzioni autentiche, riappropriazione della storia e comunicazione interna del patrimonio agroalimentare come valore aggiunto per lo sviluppo sostenibile. In due parole: management dell’identità. In una ricetta: spaghetti al limone di Rocca Imperiale con spolverata di mandorla di Amendolara.

Sono state, queste, le parole chiave usate e la provocazione del Sindaco Antonello CIMINELLI, nel suo intervento conclusivo all’evento LA COLTURA DEL MANDORLO: DALLE ORIGINI ALL’IGP che si è tenuto sabato scorso (28 novembre) nel Castello Corte dei Normanni nel centro storico. Il dibattito è stato organizzato dal Comune di Amendolara con la partecipazione dell’Università della Calabria, dell’Università degli Studi di Palermo, del GAL Alto Ionio Federico II e dell’Associazione Per lo Sviluppo dell’Alto Jonio.
 
Non ha usato mezzi termini, il Sindaco Antonello CIMINELLI, per sottolineare, con la passione che lo contraddistingue, la necessità ed il senso di un impegno comune per la valorizzazione della storia agricola e delle eccellenze enogastronomiche, quale unica via d’uscita e di sviluppo durevole per l’Alto Jonio e per la Calabria.

A sostenere e rinforzare gli obiettivi ed i contenuti sottesi all’iniziativa sulla valorizzazione dell’antica tradizione del mandorlo nel Paese della Secca e dei piselli, è stato, tra gli altri, l’intervento di Silvia MAZZUCA professoressa del Dipartimento di Chimica e Tecnologie Chimiche dell’Università della Calabria. Quest’ultima ha insistito sulla forza evocativa del binomio ritorno alla terra e fondamento scientifico delle ricerche su produzioni e prodotti del territorio, indicando nell’esperienza di successo seguita per il limone di rocca imperiale, un modello di riferimento da studiare e ripetere per altre esperienze, come per il mandorlo.

Perché – ha spiegato Paolo INGLESE professore di Scienze Agrarie e Forestali dell’Università degli Studi di Palermo, intervenuto telefonicamente – il momento è favorevole nella produzione mandorlicola italiana e perché c’è un pezzo di mercato mondiale che è scoperto. Serve – ha continuato INGLESE, complimentandosi con CIMINELLI per la sua straordinaria passione per il territorio – uno studio sul territorio e dei mercati e poi una buona gestione agronomica. Un impegno – ha concluso – che sono pronto a condividere con la comunità e l’Amministrazione di Amendolara e con tutti i partner privati e pubblici che so esser stati mobilitati dal Sindaco su questa sfida culturale e colturale ambiziosa.

Senza storia non c’è marketing, senza capacità di evocare ed emozionare non c’è forza attrattiva. Le piccole dimensioni di una località come Amendolara – così Mario TOZZI, noto giornalista scientifico, ha esortato cittadini ed istituzioni – possono e devono essere il vero valore aggiunto e la più efficace leva strategica, insieme al recupero di storia e tradizioni, per costruire sulla forza di questi scrigni identitari il rilancio e lo sviluppo di questa terra e del territorio.
 
CIMINELLI ha ringraziato, in fine, Maria FERRARA e Mariateresa STAMATO, agrotecnica e imprenditrice agricola, per aver promosso ed organizzato  il riuscito incontro, conclusosi con una degustazione di piatti e prodotti locali .
 
Alla manifestazione, moderati dal giornalista e direttore di Paese24.it Vincenzo LA CAMERA, hanno preso parte anche Franco DURSO direttore tecnico del GAL Alto Ionio Federico II, Antonello PAGANO presidente dell’Associazione Per lo Sviluppo dell’Alto Jonio-Amendolara, Parisio CAMODECA direttore Confagricoltura dell’Unione Provinciale Agricoltori (UPA) Cosenza, Lenin MONTESANTO fiduciario della condotta Slow Food Pollino Sibaritide Arberia, Rocco ARCARO Agronomo dell’Ordine Provinciale dei Periti Agrari.- (Fonte/Lenin MONTESANTO – Comunicazione & Lobbying).