Un clamoroso maxifurto, opera d’ignoti “professionisti”. L’impresa è sotto sequestro per mafia dall’estate 2010
Megacolpo nei cantieri “sotto chiave”. Il blitz furtivo, consumatosi con ogni probabilità negli ultimi giorni, ha visto penetrare un’organizzata banda di ladri all’interno dei cantieri, ubicati in contrada Citrea di Corigliano Calabro, della “Straface Srl”. L’impresa di proprietà della nota famiglia Straface, fino al 2010 imprenditori nel settore dei lavori pubblici e privati.
Cantieri da ben cinque anni sotto sequestro su disposizione dei giudici della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Cosenza, i quali li hanno affidati in custodia giudiziaria all’avvocato cosentino Maria Antonietta Del Vecchio. Un provvedimento di sequestro connesso alla condanna per associazione mafiosa ed estorsione – divenuta definitiva il 9 gennaio di quest’anno – nei confronti dell’imprenditore 61enne Mario Straface. Già, nell’ambito del maxiprocesso “Santa Tecla” istruito dalla Direzione distrettuale di Catanzaro nei confronti di sessantasette persone ritenute affiliate alle locali organizzazioni di ‘ndrangheta, la maggior parte delle quali condannate, oggi con sentenze divenute definitive come per Mario Straface.
E proprio in questi giorni nei cantieri di quelle che furono le imprese Straface sono stati asportati beni materiali sotto sequestro per un valore di circa 150 mila euro. In particolare: un’autovettura Audi A6, un furgone Iveco Daily cassonato, una costosissima cabina elettrica, un gruppo elettrogeno, un’idropulitrice, una saldatrice, vari pezzi di ricambio delle stesse attrezzature e decine di cavi di rame che insistevano all’interno dei cantieri che sono stati tranciati ed asportati.
“Visitati” e rovistati palmo a palmo pure gli uffici all’interno dei cantieri, dai quali sono stati asportati alcuni computer e delle periferiche. Un maxifurto certamente opera di “professionisti” che, una volta guadagnato il cancello d’ingresso ai cantieri, hanno agito al loro interno del tutto indisturbati e sicuramente “attrezzati” pure d’un ipotetico camion con cui hanno trasportato le costose attrezzature prese di mira. Intervenuti sul posto i carabinieri della locale Compagnia, adesso sono scattate le indagini del caso.
Non è la prima volta che si registrano atti furtivi sui beni posti sotto sequestro alla famiglia Straface il 21 luglio del 2010, quando scattò la maxioperazione della Dda che portò in carcere i fratelli dell’allora sindaco di Corigliano Calabro, Pasqualina Straface. In seguito agli sviluppi della maxinchiesta antimafia il primo cittadino fu poi estromesso dal Comune, i cui organi elettivi vennero sciolti per infiltrazioni mafiose, il 9 giugno del 2011, dall’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. L’ente fu commissariato ed affidato a una triade di prefetti, nominata nello stesso decreto firmato dall’ex capo dello Stato.