Un agguato mortale compiuto in piena notte. Con le modalità tipiche delle imboscate di stampo ‘ndranghetista. Ma la ‘ndrangheta qui pare non c’entri affatto. Pare. Perché a queste latitudini tutto è possibile. Siamo nel piccolissimo comune di San Cosmo Albanese – appena seicento anime – uno dei paesini albanofoni che dalle colline fanno da “cintura” al vasto comprensorio jonico della Piana di Sibari, nel Cosentino. È da poco trascorsa la mezzanotte, il cuore della notte tra sabato e ieri.

La vittima designata è appena giunta sotto l’abitazione della madre, ubicata a poche decine di metri dal noto Santuario dei Santissimi Cosma e Damiano, i Santi Medici qui molto venerati da parte delle popolazioni di tutti i paesi circostanti che nei giorni dei festeggiamenti fanno diventare questo minuscolo centro meta di folti pellegrinaggi.
Carmine Avato (foto), 52 anni, muratore dall’attività saltuaria, sposato ma da poco separato dalla moglie, due bambini e una figlia da poco maggiorenne, ha appena parcheggiato sotto casa la propria autovettura, una Opel. Apre la portiera e fa appena in tempo a scendere dall’abitacolo. Già, perché infilata la chiave nella serratura del portone, in una frazione d’attimo il suo corpo viene letteralmente bersagliato di colpi d’armi da fuoco. Ben due pistole, a quanto pare, di diverso calibro. Una – forse – addirittura dotata di silenziatore. Il commando di sicari entrati in azione sarebbe quindi stato composto d’almeno un paio di persone.
Lì a pochi passi insiste una piccola azienda di trasformazione e produzione di fichi, che in questi giorni sta lavorando a pieno ritmo per le numerose commesse di Natale, organizzando anche turni di lavoro serali che si protraggono fino a notte. Forse proprio da quell’opificio alimentare, qualcuno, avendo udito due spari, ha afferrato il telefonino cellulare ed ha allertato il 112 dei carabinieri. Raccolta la segnalazione, la Centrale operativa della Compagnia di Corigliano Calabro, guidata dal capitano Francesco Barone, spedisce immediatamente sul posto una pattuglia della Radiomobile. E sono proprio i due militi dell’Arma, giunti nel centro abitato del piccolo paesino collinare, ad imbattersi nel corpo esanime lì sull’asfalto e crivellato a colpi di revolver. Isolata la zona ed invocato sul posto l’intervento del magistrato di turno presso la Procura di Castrovillari, Mariagrazia Anastasia, e del medico legale, dai rilievi effettuati nel corso dell’intera notte e fino al mattino sarebbe emerso che addosso al 52enne sarebbe stato scaricato un caricatore intero e vari colpi esplosi dalla seconda pistola.
Un’esecuzione spietata e in piena regola, dunque. Dalle primissime indagini è emerso che la vittima aveva trascorso la serata presso un locale pubblico di cui era frequentatore abituale e situato a pochi chilometri, lungo la strada che da San Cosmo conduce all’altro piccolo centro albanofono di Vaccarizzo Albanese. Nel locale aveva giocato a carte con un gruppo d’amici. Che, una manciata di minuti prima del suo inaspettato appuntamento con la morte, aveva salutato per fare ritorno a casa. Gli archivi delle forze dell’ordine e giudiziari parlano chiaro: sul conto di Carmine Avato nulla di nulla. Una fedina penale praticamente immacolata.
Adesso gl’inquirenti indagano sul movente d’un delitto dalle modalità efferate. Si scava naturalmente nella vita privata della vittima, quella più recente, d’un uomo unanimemente descritto come persona affabile con tutti e tranquilla. Per tutta la giornata di ieri presso il Comando della Compagnia dei carabinieri di Corigliano v’è stato un via vai di familiari ed amici stretti dell’ucciso, ascoltati dagl’investigatori per ricostruire l’intricato puzzle. Un vero rompicapo, che li tiene impegnati sotto le severe direttive del neo procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla, non azzardando alcun tipo di movente e lasciando aperta ogni possibile pista investigativa che viene battuta pure in queste ore nel più impenetrabile riserbo.
La piccola comunità di San Cosmo Albanese è sotto shock. Qui, finora, gli unici colpi uditi dalle poche anime del paese sono stati quelli delle doppiette dei cacciatori durante le stagioni venatorie tra gli ulivi delle sue dolci colline. Proprio nella giornata di ieri erano in programma i festeggiamenti religiosi – quelli a carattere prettamente “locale” – in onore dei Santi Medici, che sono stati immediatamente annullati. I familiari della vittima sono assistiti dagli avvocati Antonello Calvelli e Chiara Penna del foro di Cosenza.