Nonostante la passione e l’impegno con cui l’associazione “Basta Vittime sulla S.S. 106” si batte perchè il CIPE apra finalmente i cordoni della borsa e dia l’avvio ai lavori del 3° Megalotto, non c’è niente che faccia valutare imminente l’apertura dei cantieri. E allora, rispetto al disimpegno del Governo e della classe politica calabrese nessuno può rimanere inerte e silente. Lo sostengono i sindacalisti della CGIL Angelo Sposato segretario generale e Antonio Di Franco segretario generale della Fillea,
in una nota con cui invocano l’assoluta necessità di realizzare questa grande opera, non solo per rilanciare lo sviluppo, il lavoro ed il turismo ma soprattutto per garantire la sicurezza agli utenti della strada che ogni giorno attraversano la ormai tristemente nota “strada della morte” mettendo a rischio la propria vita. Secondo la Cgil sono due i “segnali” del disinteresse del Governo verso quest’opera: l’assenza nella legge di stabilità delle risorse necessarie (500milioni) per il completamente dell’opera e l’indeterminatezza del progetto che non permetterebbe al CIPE di poterlo finanziare. «Può una Regione come la Calabria – si chiede la Cgil – perdere un finanziamento di un miliardo e mezzo? Come fanno il Governo e la classe politica, soprattutto quella calabrese, a non ritenere strategica la realizzazione di un’opera come la S.S. 106 Jonica che in Puglia e Basilicata è stata interamente completata? Perché la Calabria e i calabresi devono essere sempre figli di un Dio minore?». Ricordando le gravi carenze in termini di mobilità (aeroporto di Sibari, linea jonica in dismissione) la Cgil si interroga: «Come è possibile immaginare il rilancio del Mezzogiorno senza colmare le carenze infrastrutturali che ne limitano lo sviluppo? Sarebbe questo il “master plan” tanto reclamizzato dal Governo-Renzi? I cittadini calabresi – conclude la Cgil annunciando iniziative forti per l’apertura dei cantieri – meritano rispetto…, non sono più accettabili ritardi né, tantomeno, manovre che, come in passato, mirano a dirottare altrove risorse destinate alle nostre infrastrutture. Chiediamo perciò al governo regionale e alla deputazione calabrese di far sentire la loro voce e di intervenire presso il Governo affinché si faccia chiarezza su questa annosa vicenda».
Pino La Rocca