La Cassazione annulla la sentenza di proscioglimento pronunciata dal Gup Benigno e il dottore Ritrovato resta nelle “maglie” della giustizia

Il 21 gennaio 2014 il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Castrovillari, Letizia Benigno, aveva emesso nei suoi confronti una sentenza di non luogo a procedere attraverso la formula “perchè il fatto non sussiste”. Ma i giudici della seconda sezione penale della suprema Corte di Cassazione, lo scorso 20 ottobre, hanno ribaltato quella decisione.

Già. Annullando la sentenza di proscioglimento e rinviando gli atti dell’instaurato procedimento penale a un diverso giudice per l’udienza preliminare dello stesso Tribunale castrovillarese. Resta dunque nelle “maglie” della giustizia Salvatore Ritrovato (foto), 51 anni, medico neurologo ospedaliero residente a Corigliano Calabro dove in passato ha ricoperto pure la carica di consigliere comunale. Il professionista – difeso dagli avvocati Libero Bellintani e Maurizio Minnicelli del foro di Castrovillari – è indagato per truffa aggravata ai danni del Servizio sanitario nazionale: «Perché, nella qualità di dirigente medico di primo livello dipendente dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza e responsabile dell’Ambulatorio di Neurologia ed Elettromiografia dell’ospedale “Guido Compagna” di Corigliano Calabro, con artifici e raggiri consistiti nell’assentarsi dal lavoro in più occasioni, rappresentando falsamente di non potere svolgere le prestazioni lavorative di competenza a causa malattia – laddove in realtà egli continuava a prestare attività lavorativa presso la Casa di reclusione di Rossano (ove svolgeva servizio in qualità di specialista di neurologia con rapporto di libero professionista) e presso l’Istituto nazionale della previdenza sociale di Cosenza (ove svolgeva attività quale membro della Commissione medica di verifica) – induceva in errore l’ente datore di lavoro, che erogava al predetto i relativi emolumenti non dovuti con conseguente danno economico per l’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza».
Fatti e circostanze risalgono tutti all’anno 2010. A denunciarli era stata la stessa azienda sanitaria, poi costituitasi in udienza preliminare attraverso l’avvocato Guido Siciliano del foro di Cosenza. Il quale aveva proposto ricorso ai supremi giudici di Piazza Cavour proprio al fine d’ottenere l’annullamento della sentenza di non luogo a procedere che era stata pronunciata e successivamente depositata da parte del gup castrovillarese Benigno. Tra le motivazioni addotte dal togato che non ha mandato a processo il medico, s’annoverava una sua certificata temporanea indisposizione causata da una ferita a un piede che non gli avrebbe consentito la necessaria mobilità tra i lunghi corridoi dell’ospedale “Guido Compagna”, mentre l’attività che lo stesso svolgeva presso la casa circondariale a Rossano e presso l’istituto nazionale di previdenza a Cosenza, veniva condotta sostanzialmente da seduto alla scrivania. Il procuratore generale della Cassazione e – ovviamente – i due difensori di Ritrovato, avevano insistito per il rigetto del ricorso proposto da parte del legale dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza. Ma gli “ermellini” hanno dato ragione a quest’ultimo, e Ritrovato dovrà ricomparire dinanzi a un (diverso) giudice…