Un laureando dell’Università di Bari studia la specie carnivora “Pinguicula crystallina”, ma appena dopo la drammatica alluvione del 12 agosto le istituzioni lo “snobbarono”

Una rarità botanica, la pianta “carnivora”, la “Pinguicula crystallina subsp. Hirtiflora”, ha la particolarità di nutrirsi d’insetti catturati attraverso la superficie vischiosa delle sue foglie e d’essere presente solo in due zone d’Italia: lungo la costiera amalfitana, in Campania e… a Rossano. A causa della violenta alluvione che lo scorso 12 agosto ha colpito la città jonica e spazzato via la rupe sul torrente Celadi, su cui la pianta era stata localizzata anni addietro, si temeva essa fosse stata definitivamente cancellata dal suo habitat.

Ma uno studente pugliese, Domenico Saulle, laureando in Scienze naturali presso l’Università di Bari e membro dell’Associazione italiana piante carnivore, proprio nel giorno dell’alluvione aveva raggiunto Rossano nel tentativo di recuperare i semi della pianta e di preservarli presso la Banca del germoplasma di Bari. Un’iniziativa autonoma che aveva fatto seguito ai vani tentativi di stabilire un contatto con le autorità locali e con l’Università della Calabria. Purtroppo a Rossano della “colonia” già nota non v’era apparentemente più traccia. Non rimaneva dunque che confidare nell’eventualità, peraltro giudicata remota, che un qualche esemplare fosse sopravvissuto. Il giovane ricercatore non s’è dunque arreso e a distanza d’un mese è tornato a Rossano a cercare la “Pinguicula” di cui lo stesso si sta occupando per la sua tesi di laurea. Un sopralluogo al quale anche l’Università della Calabria ha finalmente deciso di partecipare. Ed ecco la fortuna d’andare incontro agli studiosi, permettendo loro di scoprire nuovi esemplari della “vorace” pianta rossanese dal tenero fiore violetto.
«In questa circostanza – racconta Domenico Saulle –  oltre a me e a Marco Santomauro, c’erano anche Giuseppe Rosati, vivaista di Rossano, e la professoressa Liliana Bernardo dell’Università della Calabria, la quale ha voluto rendersi conto in prima persona della situazione di questa pianta». Non poche le difficoltà loro incontrate in un territorio che ancora porta i pesanti segni dell’alluvione e del dissesto idrogeologico: «La giornata non era iniziata nel migliore dei modi giacchè arrivati a Rossano abbiamo trovato nuovamente la pioggia, cosa che avrebbe rischiato di mandare a monte tutto il lavoro che bisognava svolgere. Giunti però sul posto, in contrada Celadi, abbiamo verificato più a fondo la situazione della stazione già interessata dalla frana, notando che erano rimasti diversi individui di “Pinguicula”».