In atto un’opera di convincimento sul segretario comunale per ottenerne le dimissioni

Da oltre una settimana è il “caso Bellucci” a tenere tutti col fiato sospeso nella sede municipale di Palazzo Garopoli a Corigliano Calabro. Le affermazioni impertinenti misteriosamente carpite al segretario generale del Comune, Salvatore Bellucci (foto), e dallo stesso rivolte ai tre prefetti componenti la terna commissariale straordinaria che nel biennio 2011-2013 ne aveva retto l’amministrazione in seguito allo scioglimento degli organi elettivi dell’ente per infiltrazioni mafiose, pesano come un macigno.

Tanto il sindaco, Giuseppe Geraci, quanto i componenti la sua giunta, quanto lo stesso diretto interessato, s’erano dissociati dalle accuse di “mafiosità” scagliate contro i tre prefetti, con Bellucci costretto a scusarsi pubblicamente affermando che quel suo “dire” era stato decontestualizzato.
Ma quelle parole pesano e continueranno a pesare come degli enormi massi lungo l’irta strada d’una ripresa verso la legalità del Comune di Corigliano Calabro, dopo quel drammatico scioglimento per mafia: «Grazie ai commissari che ci sono stati due anni…cioè noi in un anno credo che qualcosa di positivo da questo punto di vista l’abbiamo fatta…loro hanno avuto due anni a disposizione…se noi fossimo al terzo anno saremmo così oggi? Secondo me no! E questo è quello che…dico io…allora come cazzo…questi guardano solo i cazzi loro…stavano chiusi…bivaccavano…perché poi…che cazzo facevano…che facevano…non progettavano niente…mangiavano…così…bivaccavano…antimafia? Quella è la mafia non l’antimafia, quella è la mafia, proprio mafia, organizzata!».
Affermazioni registrate proprio tra le pareti di Palazzo Garopoli, molto verosimilmente nell’estate del 2014, e contenute in un compact disc fatto pervenire alla redazione del quotidiano regionale “Il Garantista”.
Resta da capire se siano state carpite da un “Mister X” fidato del segretario – considerato il tono estremamente confidenziale dello stesso – e quindi un “Giuda” del massimo dirigente amministrativo dell’ente, oppure se si tratti dell’estratto d’una intercettazione ambientale, ipotesi che sembra accreditarsi sempre più, stando alle indiscrezioni “di palazzo”.
Una patata bollente, anzi rovente, per il sindaco Geraci ed i suoi. In atto vi sarebbe un’“operazione diplomatica” tesa a “convincere” il segretario Bellucci a lasciare l’incarico spontaneamente, dimettendosi, anziché costringere il primo cittadino a mettere nero su bianco un atto di diffida. Ma Bellucci dipende dal Ministero dell’Interno, i prefetti di quel dicastero sono i più alti dirigenti, e qualcosa potrebbe essersi già “acceso”…