Geraci e il suo staff di comunicazione ci accusano di “falso”. Produrremo gli atti alla Procura perché verifichi chi mente…

Non sarà il sindaco di Corigliano Calabro Giuseppe Geraci tantomeno i componenti la sua amministrazione, tantomeno ancora la propria agenzia di comunicazione “Lenin Montesanto Comunicazione & Lobbying”, a darci “lezioni di giornalismo”. Come ieri – impareggiabilmente rispetto a numerosissime altre passate occasioni – hanno maldestramente insieme tentato di fare. È di tutta evidenza come Il Garantista sia diventato in questi giorni più “scomodo” del solito per costoro.

E più precisamente dal giorno in cui la nostra testata ha pubblicato nelle pagine regionali quello che nei giorni successivi è giornalisticamente passato come il “Caso Bellucci”. Vale a dire la pubblicazione delle gravissime affermazioni, carpite da un “Mister X” all’interno della sede municipale coriglianese di Palazzo Garopoli al segretario generale del Comune, Salvatore Bellucci, fiduciario, anzi “braccio destro” amministrativo del sindaco Geraci in questo mandato da sindaco e nei due precedenti degli anni Novanta.
Ebbene, le affermazioni di Bellucci contro i tre commissari prefettizi che avevano amministrato il Comune di Corigiano Calabro nel biennio 2011-2013 in cui gli organi elettivi erano stati sciolti per infiltrazioni mafiose, sono contenute in un compact disc fattoci recapitare a mezzo posta in redazione all’interno d’una busta a noi indirizzata e senza alcun mittente.
Abbiamo ritenuto – com’era scontato ed ovvio – di fare il nostro mestiere d’informare. Qualora qualsivoglia autorità giudiziaria o di polizia giudiziaria ci richiedesse il supporto digitale, siamo pronti ovviamente a consegnarlo.
Ma all’autorità giudiziaria adesso abbiamo deciso di rivolgerci noi stessi. E per altri motivi. Già, perchè Il Garantista querelerà la “fonte comunicativa” del Comune di Corigliano Calabro e le persone che incarnano l’amministrazione comunale per conto della quale, la stessa, mette nero su bianco ingiurie e diffamazioni di vario genere, e non da ora, ritenendo «falsi» i nostri resoconti giornalistici. Adesso la misura è colma, anzi di più. Della questione investiremo pure, come ovvio, il Sindacato dei Giornalisti della Calabria e l’Ordine stesso, dal momento che non è possibile né più supinamente accettabile che agenzie di comunicazione composte da iscritti all’Ordine dei come Lenin Montesanto  possano avere “licenza” d’ingiuriare o diffamare quanti – nostro malgrado – portiamo in tasca la stessa tessera professionale. Il Garantista non ha “obblighi” d’alcun genere rispetto alle ingiurie e alle diffamazioni confezionate a mò di “smentita”.
Ci è evidentissimo il fatto che l’amministrazione comunale di Corigliano Calabro e le sue variegate “propaggini”, politiche e non, versino in uno stato di difficoltà estremo in questi ultimi giorni. Ce ne rendono edotti i vari e vani tentativi d’avvicinamento, le accennate ed ammiccanti profferte, i messaggi subliminali e i “mandato a dire” senza che i messaggeri s’espongano. Ne conosciamo bene nomi e volti, cari lettori de Il Garantista.
Se nel Comune di Corigliano Calabro è in atto una sotterranea guerra per bande, ai cronisti non tocca di parteciparvi ma solo e soltanto di raccontarla, come per tutte le guerre. Ma pure in tale ambito – purtroppo – il diritto bellico secondo il quale per fonte consuetudinaria i cronisti non si toccano, è saltato. Ed è piombato in un clima d’imbarbarimento senza soluzione di continuità.
                                                                                                                    Fonte Il Garantista