È prevista per questa mattina, a Policoro, in provincia di Matera, la grande manifestazione di protesta contro le trivellazioni finalizzate alla ricerca petrolifera in mare e a terra nell’area jonica del Golfo di Taranto. Il popolo “No triv” si radunerà in piazza Enotria, sul lungomare, a partire dalle 9. L’iniziativa è stata promossa dal sindaco, Rocco Leone, di concerto coi presidenti delle regioni Puglia, Basilicata e Calabria, Michele Emiliano, Marcello Pittella e Mario Oliverio, i quali saranno ovviamente presenti.
Massiccia s’annuncia la partecipazione da parte di sindaci ed amministratori dei diversi comuni affacciati sullo Jonio cosentino, i quali avevano già alzato la voce della loro protesta il 28 marzo scorso con una manifestazione territoriale che s’era tenuta a Corigliano Calabro e che aveva visto la partecipazione complessiva d’un migliaio di persone.
S’era rivelata “scarsa” la capacità di coinvolgimento popolare da parte di sindaci ed amministratori di quest’angolo di Calabria. Il 28 marzo, infatti, a sfilare per le strade di Corigliano fino a Schiavonea, la frazione marina della cittadina jonica, v’erano soltanto i sindaci, il presidente della Provincia di Cosenza, Mario Occhiuto, il capo dipartimento del Settore Ambiente della Regione Calabria, Mario Melfi, i rappresentanti dei sindacati, dei comitati civici ed alcuni gruppi di scolaresche. Con un comprensorio di circa 250mila abitanti che doveva essere rappresentato “fisicamente” da almeno un quinto della sua popolazione, se l’obiettivo era quello di fare recedere il Governo di Matteo Renzi da una decisione già presa, vale a dire quella d’autorizzare, attraverso alcune apposite norme contenute nel decreto cosiddetto “Sblocca Italia”, alcuni colossi multinazionali del commercio petrolifero ad impiantare, pure nello Jonio, le loro piattaforme di trivellazione finalizzate all’eventuale estrazione di greggio. E ciò nonostante alcune misure “restrittive” introdotte dallo stesso decreto del Governo obblighino le compagnie petrolifere già autorizzate a presentare dei severi piani d’intervento d’emergenza “corredati” dell’elenco delle attrezzature e delle risorse disponibili.
Già, perché sindaci ed amministratori locali reputano che «evitare azioni di trivellazione in aree di alto valore naturalistico, ambientale e turistico come l’intero arco costiero jonico sia una responsabilità per la quale tutti noi nell’ambito delle nostre competenze istituzionali dobbiamo continuare ad impegnarci, al fine di scongiurare quello che avvertiamo come un vero e proprio pericolo per il futuro della nostra risorsa-mare, delle nostre terre e delle popolazioni che siamo stati chiamati a rappresentare». Queste le parole del sindaco di Corigliano, Giuseppe Geraci, il quale proprio il 28 marzo aveva annunciato che i primi cittadini del suo comprensorio avrebbero cercato sin da subito un contatto col Governo per istituire un tavolo di confronto e portare pure a Roma le ragioni del “No” alle trivellazioni nello Jonio. Oggi, intanto, le porteranno a Policoro.