TREBISACCE – Il Governo-Renzi si allea con i petrolieri e delegittima la sovranità degli enti locali e di rimando i sindaci, per salvare il territorio dalle trivelle, si cautelano con il ricorso al principio di autotutela e si dichiarano pronti a ricorrere al Tar per chiedere, con iniziative istituzionali, la sospensione dei permessi concessi dal ministero dell’Ambiente. Il primo ad emettere un’Ordinanza contro le trivellazioni in mare è stato il sindaco di Trebisacce Franco Mundo in quale ha ordinato il «Divieto o la sospensione, con decorrenza immediata e per quanto di competenza, nel proprio territorio e nel bacino jonico antistante, dell’esecuzione di ogni attività di indagine e di ricerca tramite l’installazione di macchine e/o attività presupposta, connessa e consequenziale alla ricerca di idrocarburi solidi e gassosi e collegate alle attività di Ispezione e Trivellazione in mare». Secondo il primo cittadino di Trebisacce l’avvio e la realizzazione di questo tipo di attività comporterebbe inevitabilmente un impatto ambientale devastante, danneggiando in modo irreversibile l’eco-sistema marino del Golfo di Taranto (vedi Secca di Amnedolara), dove sono presenti e si auto-riproducono biodiversità rarissime, ma metterebbe a rischio le risorse paesaggistiche e naturali di tutto il territorio suddetto, compromettendo in via definitiva e irreversibile ogni ipotesi di sviluppo turistico eco-sostenibile. Il primo cittadino, nel contesto della propria Ordinanza ha infine rilevato che «oltre al grave vulnus inflitto all’ambiente e, di conseguenza, alle potenzialità attrattive del territorio in chiave turistica, non sono nemmeno da sottovalutare i gravi effetti collaterali in termini di salute e di sicurezza dei cittadini, riconducibili alle trivellazioni».
Pino La Rocca