Coordinati dall’infaticabile lavoro organizzativo di Marianna Cuceli. Marco LeFosse e Gjusi De Luca, (art director Fabio Zumpano) lunedì 22 giugno c.a., si sono esibiti presso la Cascina Triulza, all’ Expo di Milano, gli Artisti calabresi invitati dai nove Comuni del sodalizio La Valle del Trionto ( Crosia, Bocchigliero, Calopezzati, Caloveto, Cropalati, Longobucco, Paludi, Pietrapaola, e la Città di Rossano) in performances proprie delle forme d’arte dalla musica strumentale alla poesia, dalla pittura alla drammatizzazione, fino al canto solista e corale e alla danza classica e popolare.
Presentati dall’impareggiabile attore-cantante Alessandro Castriota-Scanderbeg si sono alternati, davanti a un pubblico vario per nazionalità ma attento e curioso e alla presenza del dott. Pier Attilio Superti, dirigente dell’Anci della Lombardia, il maestro Rosario Lullo, virtuoso dell’organetto, con figlio e moglie coinvolti nella musica e nel canto, il pittore Antonio D’Amico, con la sua incisiva tavola dipinta rappresentante un tortuoso ulivo calabrese, il ballerino e coreografo Giovanni Scura, in coppia con Susanna D’Ambrosio, con uno scorcio di danza contemporanea degno della Scala di Milano, la New Eurodance (di Sandra Galati) curata dal marito Davide, in una stupefacente interpretazione della Carmen di Antonio Gades, la tarantella del gruppo folkloristico Le Pacchiane, che ha invaso il decumano dell’Expo fino a riempire d’atmosfera scanzonata il piazzale, la compagnia teatrale i Longoburgensis, che ha recitato una vibrante pièce, adattata dall’artista Thomas Pirillo, sulla vita del brigante Palma, il bravissimo gruppo folk-rock de i Nuju, interpreti di una toccante canzone etnica e in chiusura l’esibizione della cantautrice Ylenia Lucisano, il cui timbro vocale e personale meriterebbe ben altro palcoscenico. Uno spettacolo ricco e composito! Il motivo del grande successo riscosso dalla troupe calabrese è scaturito dalla sinergia dei Comuni e dalla condivisione artistica degli interpreti, qualcosa di straordinario in una Regione spesso vittima di sterile individualismo: “Per questo siete stati invitati all’Expo di Milano”, ha chiosato infine sul palco il dott. Superti, “perché avete sentito e interpretato la forza e la bravura del lavorare in gruppo: un esempio per le altre Regioni”. Accadde a Milano, potremmo dire, ma perché non esportare in prospettiva qualcosa del genere anche nei nostri centri abitati di Calabria?
Chi scrive ha recitato alcune poesie tratte da un suo libro, Un sogno guidato, premiato a Erice, TP, nel 2009. Qui di seguito la poesia in dialetto, letta all’Expo dall’autore, ispirata alla “dolce” di Rossano, un olio semplicemente unico.

All’ogghiju ‘e Russane

‘A pane e ogghiju simu crisciuti
quannu, finita a guerra, ‘ntri famigghije
assai eranu i vucche ‘e sfamare e ra fame,
bbonu sia, come nu cane t’azzannava.

Ccu paene, oggiju e ccu cipudda ‘e pantanu,
‘a matinata, esciamu mmenza a via
e na rota faciamu avant’ i case
queti queti, scordannu a remurata.
I vinedde ammutavanu a merare
chiddu mangiari scuitatu e ri guagnuni
ca a runo a runo si cuntavanu i muzzicuni.

L’ordure e l’ogghiju miscatu a pane ’e casa
linghìja tutta a vinedda rase rase,
mangiannu nui restavamu ‘ncialati
subbi l’ante e ri porte ammunzeddati.

E chiddu tempu n’è restatu u sapure
ppè ricordu n’è rimasta chidda via
cogne ijurne a chiddu mmitu ni mintija
e ni facia vulare ‘e fantasia.

E mò ca simu ranni e bboni vestuti,
mò ca simu rispettati, omini vissuti,
chidda vita stentata un t’ha scordare:
c’a pane, ogghiju e cipudda simu crisciuti.   

Eugenio Nastasi