“Io ho difeso Padre Fedele dalle accuse di stupro che gli sono state mosse e sapevo benissimo che lui non aveva commesso quel peccato. Ma la sua sospensione a divinis gli è stata comminata dal suo Ordine non per il fatto di suor Tania ma perchè aveva disobbedito alla prima regola e cioè a quella dell’obbedienza. Sospensione richiesta al Vaticano e ottenuta dall’Ordine a cui apparteneva. Più volte Padre Fedele è stato richiamato dal suo Ordine a mettersi da parte ed aspettate in silenzio. Il suo ordine poi gli aveva anche nominato due avvocati di grido per difenderlo, il povero avv. Tommaso Sorrentino e l’avv. Gambardella di Lamezia convinti anche loro della sua innocenza”. Con queste parole Mons. Nunnari prende le distanze dalle polemiche che lo hanno coinvolto, suo malgrado in queste ore con una conferenza stampa convocata questa mattina. Dopo la funzione di commiato da Cosenza, “tanti cosentini mi sono stati vicini ieri in Cattedrale”, l’alto prelato della Chiesa cosentina mette i puntini sulle i e carte alla mano, mostrando passo passo tutte le lettere tra le quali anche quelle firmate da Padre Fedele in cui veniva sospeso dal suo Ordine a Divinis chiarisce anche sull’Istituto Papa Giovanni “Io stesso ho dichiarato indegno il comportamento di Padre Luberto ed ho chiesto scusa ai cosentini per una vicenda che , tra l’altro, è avvenuta quando io non c’ero. Sono stato anche contrario al trasferimento dei malati che venivano spostati senza neanche un certificato medico”. Poi alle varie domande dei cronisti ha specificato “Io ho difeso Padre Fedele e lui lo sa ma dalla Santa Sede non c’è stato verso. Ma anche lui non ascoltando il suo Ordine ci ha messo del suo”.

Giacinto De Pasquale