Gli amministratori locali di Amendolara e Villapiana, vessati da continui furti e danneggiamenti agli impianti di depurazione, corrono ai ripari affidandosi ai moderni impianti di video-sorveglianza, ma sono costretti a farlo mettendo mano alla borsa del Comune, e quindi alla e tasche dei cittadini, perché la Regione, se decide di intervenire nel ristoro delle spese, lo farà con i soliti tempi della burocrazia. Solo così si può comunque tentare di arginare lo stillicidio dei furti e degli atti vandalici agli impianti di depurazione operati dai numerosi ricercatori del prezioso rame che sembra essere diventato il prodotto più ricercato nel mercato nero dei ricettatori. Non è detto, per la verità, che la video-sorveglianza sia un deterrente risolutivo sia perché perché gli impianti normalmente sono collocati in zone isolate e lontano dai centri abitati, sia perché i ladri-professionisti, come hanno di mostrato di essere quelli che presso il depuratore di Villapiana sono stati capaci di disattivare la correte a 20mila volts, sono capaci di neutralizzare qualsiasi dispositivo di sicurezza. In ogni caso bisogna provarci. Il sindaco di Amendolara Ciminelli non ha comunque perduto tempo ed ha già disposto l’installazione di un adeguato sistema di allarme. Più complicata, invece, la situazione a Villapiana dove i danneggiamenti sono stati più gravi. Qui, siccome ci vuole più tempo per ripristinare i danni, gli amministratori hanno deciso di assoldare una sentinella armata che piantonerà l’area del depuratore nelle ore notturne per tutto il tempo necessario (30 giorni) al ripristino dei guasti provocati dai ladri e all’installazione di un idoneo impianto antintrusione e di videosorveglianza che possa mettere in sicurezza tutti gli obiettivi sensibili di proprietà del comune. Perché, dicono in molti, non pensarci prima? In questo modo si chiude la porta, dopo che i buoi sono usciti dalla stalla.
Pino La Rocca