“Blindatura” da parte degl’inquirenti sull’identità dei tre fratelli imprenditori denunciati per avere frodato la Regione loro “amica”
Alzi la mano chi riesce solo a immaginare degl’invalidi all’opera in un cantiere edile. Ma a Corigliano Calabro la realtà stavolta è riuscita a superare di gran lunga la fantasia. Una fantasia truffaldina, ovviamente. Scoperta dalla Guardia di finanza della locale Tenenza a seguito di un’attività investigativa che ha condotto le fiamme gialle a denunciare alla Procura di Castrovillari quattro persone per il preteso reato di truffa aggravata finalizzata alla percezione di pubblici finanziamenti da parte della Regione Calabria.
Gli accusati, infatti, si sarebbero visti accreditati finanziamenti regionali al fine d’assumere lavoratori di categorie svantaggiate o diversamente abili, e per i corsi della loro necessaria “formazione” per poter lavorare come edili. Un raggiro quantificato in oltre 700mila euro.
La denuncia per truffa è scattata per quattro amministratori di tre distinte società di capitali, accusati pure di frode e di altri reati fiscali in concorso tra loro.
Tra essi figurano tre fratelli coriglianesi, tutti imprenditori ed attivi non solo nel settore delle costruzioni. Gente evidentemente con importantissime “entrature” per essere riuscita ad ottenere una “blindatura assoluta” circa la sua identità, giustamente “reclamata” da numerosissimi cittadini coriglianesi utenti interattivi dei social network, non appena il Comando provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza ha diffuso il comunicato che ha dato il via al lancio da parte delle agenzie di stampa, ieri di buon mattino.
Con ogni probabilità qualcuno dei fratelli è stato ed è tuttora attivamente impegnato nel faccendierato politico, magari con importanti ruoli pregressi e con attuali referenti regionali d’un certo livello e spessore.
Ad ogni modo i tre imprenditori coriglianesi denunciati avrebbero utilizzato fatture per operazioni inesistenti ed altri documenti falsi, attraverso i quali avrebbero attestato d’essere in possesso dei requisiti richiesti da un bando regionale che prevedeva, in capo ad essi, l’obbligo d’assumere un certo numero di lavoratori appartenenti a categorie svantaggiate, invalidi e portatori d’handicap. Assunzioni a tempo indeterminato, oppure a tempo determinato ma per un periodo non inferiore a trentasei mesi.
Avevano pure l’obbligo di provvedere alla “formazione” degli assunti. Obbligo ovviamente mai rispettato poichè non vi sarebbero stati mai degli assunti, o se ve ne sia stato effettivamente qualcuno, era fasullo. Per la “formazione” dei falsi assunti i “truffatori edili” avrebbero fatto figurare l’effettuazione dei relativi corsi in realtà ovviamente mai effettuati, ma falsamente fatturati da un ente di formazione di Cosenza, complice e compartecipe della maxitruffa alla Regione. E sulla scorta della copiosa documentazione “tarocca” l’ente pubblico aveva sborsato alle società coriglianesi i previsti finanziamenti, pari esattamente a 714mila euro.
Tale indebita percezione è stata denunciata, pure ed ovviamente, presso la Procura regionale della Corte dei conti di Catanzaro. Che adesso ne chiederà “conto”…


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