La Procura ha aperto un fascicolo e disposto l’autopsia dopo l’espulsione del feto da parte d’una venticinquenne
È una di quelle storie umane drammatiche e dolorosissime che nessuno in cronaca vorrebbe mai essere costretto a raccontare. E invece di queste storie ne capitano, purtroppo. E se sono amare per chi ne deve scrivere, figuriamoci come e quanto lo siano per chi le sta vivendo direttamente, in primissima persona.
Sono in due a vivere dal tardo pomeriggio di domenica scorsa un dramma di portata incommensurabilmente incomprensibile per chi non lo vive. Si tratta d’una giovane coppia di conviventi residenti a Corigliano Calabro.
Da qui a pochi giorni sarebbe dovuto venire alla luce il primo frutto del loro amore, un maschietto. La madre, V.P. di 25 anni, nel pomeriggio di domenica chiede al proprio compagno di portarla in ospedale. Avverte delle sensazioni strane, vuole effettuare un tracciato cardiotocografico.
Sono circa le 18 quando la coppia si reca presso l’ospedale “Guido Compagna”. Dal Pronto soccorso guadagna subito l’ingresso della Divisione d’Ostetricia e Ginecologia. Su disposizione della ginecologa di turno, l’ostetrica in servizio effettua il tracciato del battito sul feto al nono mese. Ma l’esame dà un esito che raggela il sangue nelle vene della coppia. Il cuoricino della loro creatura non batte.
La venticinquenne viene quindi ricoverata. Nella prima mattinata di ieri, ginecologo ed ostetrica le effettuano la stimolazione finalizzata a farle espellere il feto privo di vita.
La coppia vuole però “vederci chiaro” nel dramma che in queste ore sta vivendo, unitamente agli stretti congiunti ed alle persone più vicine. Hanno perciò invocato l’intervento dei carabinieri, i quali nella stessa mattinata di ieri hanno acquisito la denuncia della coppia e la cartella clinica della giovane per come immediatamente disposto dal magistrato di turno presso la Procura di Castrovillari.
L’inquirente ha aperto un fascicolo d’indagine, al momento contro ignoti, formulando un’ipotesi di reato riconducibile ad una presunta negligenza medica pregressa. Ogni chiarimento sulla morte del nascituro arriverà dall’autopsia sul piccolo corpicino estratto privo di battito e di respiro nella mattinata di ieri, che il magistrato ha contestualmente disposto e che sarà effettuata da qui ai prossimi giorni non appena lo stesso avrà individuato e nominato il medico legale che sarà incaricato d’eseguirla.
L’esame autoptico dovrà infatti appurare l’esatta causa dello “spegnimento” della vita del feto nel grembo materno, e, soprattutto, la data esatta del suo improvviso ed inaspettato decesso. Ciò sarà utile ad individuare ipotetiche responsabilità nella supposta negligenza medica.