“Nella giornata in cui in tutto il mondo si ricordano le lotte operaie per il riscatto e la dignità del lavoro, voglio evitare di esercitarmi in retoriche e sorpassate discussioni sull’importanza del lavoro e sulla sua funzione sociale. In questo tempo di crisi profonda, sul piano economico ed occupazionale, il 1° Maggio deve essere visto come importante momento di riflessione a tutto campo sulle opportunità di lavoro che mancano, sul precariato ed il lavoro nero, sui giovani ai quali viene negato pure il diritto di sognare di poter disegnare il loro futuro.
Oggi, più che mai, il lavoro è la vera “priorità” delle persone e della società, perchè senza lavoro nessuna Comunità ha un futuro.
In questo 1° Maggio 2015 il mio pensiero va alle donne, agli uomini ed ai giovani di Cassano, costretti a sopportare l’avvilente precarietà del vivere quotidiano, per la spaventosa crisi economica in atto.
Il Comune è il primo ed ultimo avamposto istituzionale a cui il cittadino si rivolge e, molto spesso, al Sindaco vengono assegnate competenze che vanno al di là delle sue effettive e legittime possibilità di intervento. Purtroppo, essere Sindaco di questi tempi significa confrontarsi quotidianamente con lo sconforto di tanti padri di famiglia, donne e giovani alla disperata ricerca anche della più piccola opportunità di lavoro e non è certamente facile dover riconoscere l’impossibilità di soddisfare le loro sacrosante richieste.
In questo 1° Maggio 2015, però, l’augurio che sento di esprimere all’intera Città è quello di non lasciarsi sopraffare dalla disperazione o, peggio, dalla rassegnazione e di guardare avanti, aprendosi alla speranza del cambiamento, con il coraggio e l’innata combattività e fierezza che caratterizzano le donne e gli uomini di Cassano e dell’intera Calabria.
Tutti insieme, dobbiamo compiere uno sforzo corale per superare con successo questo momento di declino economico e sociale.
Sono pienamente convinto che riusciremo a cambiare le cose e a costruire un mondo ove tante persone oneste, uomini, donne e giovani, riacquistino il pieno diritto di cittadinanza.
Un mondo che ridia forza e speranza al lavoro, alla solidarietà ed all’inclusione, ove vi siano pari opportunità di crescita per tutti. Un mondo ove la persona sia effettivamente libera, poiché, come affermava il Presidente Pertini “non si può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha lavoro, che è umiliato, perché non sa come mantenere i suoi figli ed educarli”.
Lì, 30.04.2015 Il Capo Ufficio Stampa – Mimmo Petroni –