TREBISACCE – Il Consiglio di Stato, accogliendo il ricorso presentato dal comune di Trebisacce, a distanza di circa tre anni sconfessa le decisioni assunte dall’ex commissario ad acta Scopelliti e riapre l’ospedale di Trebisacce. Giustizia è fatta: la Magistratura restituisce alle popolazioni dell’Alto Jonio il diritto alla salute e la dignità di cittadini. La notizia, molto attesa in tutto l’Alto Jonio, riempie di soddisfazione il sindaco Franco Mundo che ci ha creduto fino in fondo, l’avvocato Giuseppe Mormandi che ha patrocinato con grande perizia il ricorso, il personale sanitario in buona parte costretto ad emigrare altrove e soprattutto i cittadini dell’Alto Jonio costretti ad espatriare dalla propria terra anche per curarsi. A un mese esatto dal dibattimento del 26 febbraio ieri mattina è stato infatti pubblicato il dispositivo della Sentenza con l’ultimo grado di giudizio. Ora tocca al nuovo governo regionale fare la propria parte, prendere atto dell’errore commesso restituendo ai cittadini il mal tolto ed alle forze politiche, in particolare ai sindaci del comprensorio, tornare a battagliare sui tavoli della politica perchè la Sentenza trovi applicazione e non si verifichi quanto già avvenuto per l’ospedale di Praia a Mare che, a distanza di diversi mesi da analogo pronunciamento della Suprema Corte, è ancora chiuso mentre la gente continua a morire per strada o in ambulanza prima di trovare un posto-letto in cui essere curata. Come si ricorderà i giudici togati di Palazzo Spada, volendo entrare nel merito del ricorso presentato dall’avv. Mormandi arricchito del contributo “ad adiuvandum” degli avvocati con Vincenzo D’Alba, Giuseppe Urbano e Luca D’Alba, avendo preso atto del rischio sanitario a cui sono esposti i cittadini dell’Alto Jonio dopo la chiusura dell’ospedale di Trebisacce, ha infatti chiesto al Commissario ad Acta della regione Calabria un supplemento di istruttoria in cui venissero ben definite “le distanze” da percorrere per raggiungere da Trebisacce, e soprattutto dai paesi delle aree interne, gli ospedali di riferimento di Rossano, Corigliano, Castrovillari e Policoro e se esistesse in prossimità dell’ospedale una piattaforma idonea all’atterraggio dell’eli-ambulanza. La Suprema Corte, anche attraverso i tabulati forniti dal dipertimento-sanità della regione, ha preso atto della non sussistenza della “golden hour”, cioè il tempo utile entro cui la normativa vigente prevede che il paziente debba raggiungere un presidio sanitario per essere soccorso in condizioni emergenza-urgenza ed ha fatto finalmente giustizia. Nella giornata odierna l’avvocato Mormandi ed il sindaco Mundo terranno una conferenza-stampa per approfondire il dispositivo della sentenza e per delineare la strategia più idonea perché il deliberato dei giudici di Palazzo Spada, seppure calato nella disastrata realtà dei conti della sanità calabrese, trovi applicazione e ai cittadini dell’Alto Jonio venga garantito almeno il diritto ad essere soccorsi e curati nei casi di emergenza-urgenza. 
Pino La Rocca