Il Consiglio dei ministri nel corso della seduta del 10 aprile scorso ha finalmente inserito il 3° Megalotto della nuova S.S. 106 tra le grandi opere da realizzare, ma ora bisogna ritornare alla carica e battersi perché il CIPE apra i cordoni della borsa e vengano aperti i cantieri. Il primo ad annunciare la lieta novella è stato come sempre il presidente dell’associazione “Basta vittime sulla S.S. 106” Fabio Pugliese che ha parlato di una vittoria della tenacia e della determinazione ma lui stesso, considerato che il corposo finanziamento (1.400milioni), è già stato impegnato, ha invitato i sindaci a non abbassare la guardia ed a pretendere l’inizio dei lavori entro il 2015 così come prevede il crono-programma. Lo si deve fare, secondo l’ing. Pugliese, per onorare la memoria delle vittime della “strada della morte”, per togliere dall’isolamento la fascia jonica della Calabria e per dare ossigeno alla grave disoccupazione esistente nei paesi dell’Alto Jonio. Soddisfazione ha espresso anche il sindaco di Trebisacce Franco Mundo. «Si tratta di un’opera colossale, – ha scritto Mundo – che non solo dovrà rendere più agevole e sicuro il tratto di strada interessato, ma soprattutto, attraverso i posti di lavoro che sarà in grado di sprigionare, darà respiro alla fragile economia locale». Poi il sindaco di Trebisacce ha ricordato che nel territorio trebisaccese saranno realizzate le opere più importanti: una galleria di 3,8 km., un viadotto sul Pagliara e uno sul Saraceno che costituiscono il maggior investimento di risorse finanziarie. «Noi – ha proseguito l’avv. Mundo – non abbiamo mai fatto fughe in avanti; abbiamo lavorato affinchè i finanziamenti non venissero trasferiti altrove, come spesso accade quando si tratta della Calabria. Ma questa è anche la risposta a coloro che in maniera strumentale, adducendo pretesti, cercavano di addossare ad alcuni sindaci responsabilità sia nel ritardo, che sul rischio della perdita del finanziamento, solo perché hanno difeso il proprio territorio. Certo – ha concluso Mundo – rimangono alcuni aspetti progettuali da chiarire. Da parte nostra abbiamo delle riserve ma confidiamo nel buon senso e nella correttezza di ANAS e General Contractor certi che attraverso un confronto franco e leale con i sindaci possano scaturire soluzioni idonee a coniugare l’interesse delle comunità locali, la tutela ambientale e la necessità di realizzare una infrastruttura moderna e sicura che interrompa la catena degli incidenti stradali».
Pino La Rocca