Erminia Cerchiara è stata assegnata ai domiciliari dai giudici del Tribunale del Riesame
Dei circa trenta indagati nell’ambito della maxi-inchiesta antimafia “Gentleman” l’unica a lasciare il carcere, almeno per il momento, è la 28enne di Cassano Jonio Erminia Cerchiara. La donna – difesa dagli avvocati Giorgia Greco e Francesca Gallucci del foro di Cosenza – è stata infatti assegnata agli arresti domiciliari dal Tribunale del Riesame di Catanzaro. Le udienze dinanzi ai giudici della libertà si sono concluse martedì, al cospetto del Procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia catanzarese, Vincenzo Luberto, il quale ha inteso replicare dopo le discussioni dei ricorsi da parte del nutrito collegio di difensori che assiste il nugolo d’indagati.
Oltre che sulla posizione di Erminia Cerchiara, i giudici del riesame si sono già pronunciati, pure, su quella del 30enne Antonio Pavone, anch’egli di Cassano e difeso dagli avvocati Giorgia Greco di Cosenza e Gianfranco Giunta del foro di Reggio Calabria. Nei confronti di Pavone è caduta la contestata accusa d’associazione mafiosa, ma resta ferma quella relativa al traffico internazionale di sostanze stupefacenti per il quale deve restare in carcere.
Per tutti gli altri indagati, invece, non è stata ancora sciolta la riserva sulla decisione posta dai togati catanzaresi. Se ne parlerà certamente dopo le festività pasquali.
Questo il primo “varco” giudiziario per gl’indagati finiti in carcere lo scorso 16 febbraio nell’ambito della retata condotta dal Gruppo d’investigazione sulla criminalità organizzata (Gico) della Guardia di finanza di Catanzaro e coordinata dai magistrati della Dda tra Corigliano Calabro e Cassano Jonio, finalizzata a stroncare un colossale traffico di stupefacenti su scala internazionale, anzi intercontinentale. L’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere per tutti era stata emessa dal giudice per le indagini preliminari distrettuale, Ilaria Tarantino, su richiesta del Procuratore capo della Dda, Vincenzo Antonio Lombardo, dei procuratori aggiunti Vincenzo Luberto e Giovanni Bombardieri, e del sostituto Domenico Guarascio.
Gl’indagati sono accusati, a vario titolo, d’associazione mafiosa e d’associazione finalizzata al traffico internazionale di droga. E con la pronuncia del Riesame è destinato a chiudersi il primo “cerchio” – quello relativo alla fase cautelare – nell’ambito dell’ultima operazione antimafia diretta dalla Dda catanzarese nel comprensorio della Sibaritide con “al centro” il locale di ‘ndrangheta degli “zingari” attivo ed operante proprio tra Cassano e Corigliano.
Tra gli altri indagati i nomi che spiccano, per la gravità dei reati contestati, sono quelli del 46enne Filippo Solimando di Corigliano, ritenuto capo ‘ndrangheta e “mente” dell’organizzazione dedita al narcotraffico planetario, del 25enne Luigi Abbruzzese di Cassano – sfuggito alla cattura ma tuttora attivamente ricercato e fidanzato di Erminia Cerchiara – del 42enne Salvatore Nino Ginese di Corigliano, del 48enne Francesco Policastri di Corigliano, del 50enne Leonardo Policastri di Corigliano.