E’ stato prelevato nella mattinata di ieri, dalla propria abitazione, il presunto stalker 44enne denunciato due settimane fa da parte d’una insegnante elementare di 57 anni in servizio nel plesso “Marilena Amerise” dell’Istituto comprensivo “Erodoto da Thurii” di Corigliano Calabro, alla frazione Scalo.
L’uomo, che risiede proprio a poche decine di metri dalla scuola, era destinatario d’un provvedimento di trattamento sanitario obbligatorio che sarebbe stato emesso nella giornata di giovedì da parte del sindaco, Giuseppe Geraci.
Ad effettuare il “Tso” sono stati i preposti medici del 118, accompagnati dalla Polizia Municipale.
Il 44enne sarà adesso sottoposto a tutti i necessari accertamenti atti a verificare l’esistenza o meno d’un ipotizzato disturbo di tipo mentale.
Si chiude così, per il momento, il clima d’apprensione creatosi intorno alla vittima del caso di stalking che ha destato molto scalpore in queste ultime due settimane.
Ciò mentre su un tavolo della Procura di Castrovillari giace un fascicolo aperto a carico del 44enne, contenente la circostanziata querela sporta dalla vittima, i verbali di sommarie informazioni testimoniali rese da alcune persone informate sui fatti ed alcune puntuali informative redatte dai carabinieri.
Resta “ferma”, quindi, ogni eventuale decisione da parte della magistratura inquirente in merito alla “faccenda” delittuosa.
Una “faccenda” delicata quella che vede come vittima la professoressa 57enne, e come “carnefice” il 44enne insegnante precario con due lauree e un matrimonio fallito alle spalle.
Cosa sia passato per circa tre anni nella testa dell’uomo lo valuteranno ora dei medici specializzati, prima ancora della giustizia che dovrebbe stabilire se egli sia o meno uno stalker.
La goccia che aveva fatto traboccare il vaso era stata l’ennesima “sortita” del 44enne nei confronti della donna più grande di lui di tredici anni.
Quella di sabato 7 marzo, quando l’uomo s’era presentato nella scuola dove insegna da anni la professoressa ed aveva chiesto di conferire con la dirigente, Susanna Capalbo, alla quale aveva minacciosamente riferito che «Se non ci sta, io quella professoressa sarò costretto a violentarla!», e che «Ho quarantaquattro anni e pure io avrò diritto a fare sesso come tutti, o no?».
Da lì la denuncia. E poi altre due settimane di “passione” per la donna, costretta persino ad “ingaggiare” il personale d’un istituto di vigilanza privato per salvaguardare la propria incolumità. Adesso forse, finalmente, tutto può considerarsi finito.