In due a volto coperto irrompono nella stazione di servizio di Schiavonea. Bottino: 5mila euro. Un terzo complice li aspettava in auto
Sono le 20,15. Pompeo si sta intrattenendo all’interno del bar in compagnia d’alcuni abituali clienti, c’è pure qualche avventore, poche persone in tutto. Giovanni, invece, è nell’ufficio di fianco al bar: da poco ha scaricato il contante dalle casse del “Self service” ed ha appena ultimato i conteggi sommandolo col contante del “Servito”. Il borsello è sul piano della sua scrivania e contiene le “mazzette” di vario taglio da versare, di lì a poco, nella cassa continua della banca: 5mila euro. Tra poco si chiudono “baracca e burattini” e dopo una giornata di lavoro si torna finalmente a casa, sta pensando Giovanni. Ma c’è un fuoriprogramma. Già, perché proprio in quel momento piomba davanti alla sua porta a vetro una Fiat Punto. E in pochi attimi Giovanni capisce bene che non vuole “fare” benzina e nemmeno nafta.
Il giovane è girato, sente irrompere qualcuno che gli punta qualcosa dietro la schiena: «Questa è una rapina!».
Giovanni si gira alzando le mani e la pistola ora ce l’ha puntata in faccia. Trema dalla paura e indica ai due rapinatori – entrambi col volto coperto da passamontagna – dov’è quello che vogliono. Quello senza pistola afferra in una frazione di secondo il borsello sulla scrivania, lo apre, controlla che contenga effettivamente la “grana” e insieme all’altro guadagna la porta: giusto il tempo di montare in macchina perché al lato guida c’è un complice che ha già la marcia ingranata. E la Punto sfreccia via.
A Giovanni bastano pochi secondi per riprendersi dallo choc e “realizzare” l’accaduto. Esce dall’ufficio ed irrompe nel bar dove sta Pompeo, suo padre. Lo chiama in disparte e gli spiega l’accaduto. Insieme mandano via i clienti in fretta con una scusa, e subito dopo compongono il 112.
Sul posto giungono quindi i carabinieri e dalla Centrale del Nucleo operativo radiomobile viene diramato via radio l’allerta a tutte le pattuglie. Si muovono pure le auto “civetta”, con numerosi uomini dell’Arma alla ricerca dei rapinatori fuggiaschi.
L’ennesima rapina a mano armata andata in scena a Corigliano Calabro è stata messa a segno mercoledì sera presso la stazione di servizio “Q8” di Pompeo e Giovanni Frasca.
I carabinieri nella stessa serata hanno acquisito le registrazioni d’alcune telecamere poste all’esterno della stessa stazione di rifornimento. Le indagini si starebbero concentrando, in particolare, su un pregiudicato del luogo sottoposto da parte della magistratura all’obbligo di dimora nel Comune di Corigliano e di due altri soggetti già d’interesse investigativo e coi quali il primo spesso s’accompagnerebbe. Sviluppi? Vedremo, ma agl’investigatori servirà del tempo…