La 37enne di Cassano Jonio Carmen Costantino racconta con rabbia ed amarezza i sacrifici dello studio tra una poppata e l’altra della sua bimba
La notizia arriva come un fulmine a ciel sereno. E sconvolge la vita di Carmen Costantino, una 37enne di Cassano Jonio madre d’una bimba di tre anni avuta col proprio compagno. Carmen con tanto studio e sacrificio aveva superato il concorso indetto nel 2012 dall’allora Ministro della Pubblica Istruzione Francesco Profumo, per insegnare nella scuola pubblica italiana.
Un concorso difficile – anzi arduo – le cui varie fasi sono durate un anno e che ha mietuto sulla sua strada parecchie “vittime” mostrando il traguardo soltanto al 5% dei suoi 321.210 candidati partecipanti.
Nella graduatoria finale, di fianco al nome ed al resto dei dati anagrafici di Carmen Costantino compare una parola che le dà speranza: “idonea”.
Ma, per il Governo dell’attuale Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, tale requisito non può valere – com’è sempre avvenuto in passato – per potere sperare in una futura assunzione nella scuola.
Gl’“idonei” di quel concorso, proprio per decisione del Governo, sono infatti destinati a restarne “fuori”.
E col termine “idoneo” s’era impropriamente designato chi, pur avendo superato a pieno titolo il concorso, s’è collocato proprio in tale graduatoria di merito perché risultano in eccesso rispetto al numero di posti messi a disposizione dal bando. Non solo. Già, perché col Decreto Ministeriale n. 356 il Governo autorizzava l’immissione al ruolo di docenti proprio quanti erano risultati “idonei” al concorso del 2012.
Una norma che l’attuale premier e i suoi hanno in questi giorni cancellato con un beffardo “colpo di spugna” nel Disegno di Legge approvato proprio qualche giorno fa dal Consiglio dei Ministri passato col titolo di “Buona Scuola”.
«Mi sento tradita dalle Istituzioni ed amareggiata – afferma Carmen Costantino – mi sento allo sbaraglio, senza alcun diritto e senza più prospettive per il futuro; non si può annullare così la dignità di persone che si sono impegnate a studiare con mille sacrifici».
E racconta: «Quando venne bandito il concorso era appena nata mia figlia, studiavo con lei tra le braccia tra una poppata e l’altra; spesso studiavo di notte, quando lei dormiva. La speranza d’una vita migliore mi dava la forza di non mollare la presa, ma adesso la mia speranza è stata brutalmente calpestata. La categoria degli “idonei” non esiste più, ma io invece esisto e lotterò affinché i miei diritti siano riconosciuti: lo devo a me stessa, a mia figlia e a tutto il “popolo degli idonei” divenuti di colpo senza volto».
Troppo spesso i Governi che si sono alternati hanno varato norme e decreti in contrasto tra essi, creando confusione. A farne le spese sono sempre i cittadini.
Come Carmen Costantino, la quale di colpo ha visto svanire come nebbia al sole un proprio diritto…