Chiusa da ben quattro anni per una frana, la strada che conduce a Civita è abusivamente e pericolosamente transitata. E le istituzioni “dormono”
La transitabilità della Strada provinciale 164 Cassano Jonio-Civita è interrotta esattamente da quattro anni.
Gravissimo il disagio per gli automobilisti e per gli autobus che, un tempo ormai lontano, giornalmente la percorrevano, prima dell’evento franoso dell’8 marzo 2011, quando si verificò quel grosso smottamento che compromise la viabilità e la sicurezza dell’intera zona.
Il ripristino della strada è stata spesse volte oggetto di discussione, anche a livello regionale.
L’ex assessore provinciale alla Viabilità, Arturo Ricetti, inviò una lettera all’allora presidente della Giunta regionale, Giuseppe Scopelliti, che esortava a prendere provvedimenti per una celere riattivazione della strada.
Al contempo, pure l’allora presidente della seconda commissione del Consiglio regionale, Franco Morelli, presentò un’interrogazione urgente per conoscere e sapere quali iniziative si intendessero intraprendere per ripristinare la fruizione della strada.
Nel Programma triennale delle opere pubbliche 2013/2015 si legge dell’approvazione di lavori di manutenzione straordinaria (frane), e, nello specifico, proprio della strada provinciale 164, per un importo di cinquecentomila euro.
L’Ufficio tecnico della Provincia effettuò lavori provvisori di contenimento con la ricostruzione della scarpata e lavori d’allontanamento delle acque piovane dalla corona della frana.
Opere che però non hanno sortito l’effetto sperato, visto che il versante è in continuo movimento come s’evince dalle lesioni sulla carreggiata e dai sensori della rete di monitoraggio che furono installati in prossimità dei punti di distacco della frana.
La strada è spesso allagata in diversi punti, e diventa un’enorme “vasca” che filtra nel terreno attraverso le fessure dell’asfalto e, dunque, va ad alimentare lo smottamento.
La 164 è diventata in questi anni anche una discarica a cielo aperto: dal momento che è “chiusa” – così pensano i “pirati dell’ambiente” – perché non usarla per sbarazzarsi di rifiuti e materiali di risulta da demolizioni edili?
Spesso in mezzo agli scarti di materiale edilizio spuntano persino lastre d’eternit, materiale notoriamente fuorilegge per la sua pericolosità e che deve essere smaltito in zone e con procedure apposite.
La 164, però, continua ad essere interrotta solo “sulla carta”.
Già, perché in verità è regolarmente transitata da temerari automobilisti, i quali, incuranti d’ogni rischio o pericolo, ne percorrono quotidianamente il tratto fatiscente.
Quand’è che si comincerà seriamente ad occuparsi d’un corretto intervento che porti alla stabilizzazione in sicurezza dell’intero versante? O dovrà prima scapparci il morto?