Marco Meligeni era stato assegnato ai domiciliari ma continuava a ricevere gli amici
Nella mattinata di ieri i carabinieri gli hanno suonato alla porta di casa e l’hanno ammanettato. L’hanno quindi prelevato dalla propria abitazione in cui da tempo si trovava agli arresti domiciliari, e a sirene spiegate l’hanno condotto dapprima in caserma e, poco dopo, in carcere.
Dai domiciliari in cella, dunque. E stare dietro le sbarre era cosa già “sperimentata” per lui.
In carcere v’era finito, infatti, poco più di due anni fa, per l’esattezza il 20 febbraio del 2013, con l’accusa di tentata rapina aggravata in concorso.
A stringergli i ferri ai polsi allora era toccato ai poliziotti della Squadra mobile di Cosenza, dopo un’articolata attività d’indagine.
Già, perché il 27enne Marco Meligeni e due ragazzi allora minorenni, C.F.I. oggi 19enne ed F.T. oggi 18enne, tutti di Corigliano Calabro, erano stati attinti da un’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le indagini preliminari dell’allora Tribunale di Rossano e dall’omologo giudice presso il Tribunale dei minori di Catanzaro.
Perché ritenuti responsabili, in concorso tra loro, d’una tentata rapina ai danni del 29enne A.N., di Cosenza.
Le indagini erano scattate dopo la denuncia della vittima, sporta alla fine di dicembre del 2012 quando questa s’era presentata in Questura e lì aveva raccontato i fatti ai poliziotti.
Un racconto di “nera” che nell’era del web aveva viaggiato virtualmente prima di trasferirsi su quella scena criminale vissuta dal vivo.
Una scena di sesso con tentata rapina finale.
I due allora minorenni e Marco Meligeni si sarebbero resi protagonisti d’un adescamento ai danni del 29enne cosentino, omosessuale.
Dopo aver organizzato un’orgia tramite la chat d’un sito d’incontri, i quattro si sarebbero incontrati a Corigliano nel giorno e nell’ora stabiliti.
I tre coriglianesi si sarebbero diretti in auto in una zona appartata e la farsa avrebbe avuto inizio con uno dei due minorenni che era sceso dall’auto mentre l’altro si sarebbe apprestato a consumare un rapporto sessuale col 29enne.
Poco dopo, però, sarebbe entrato in scena Meligeni il quale avrebbe fatto scendere brutalmente dall’auto il malcapitato e gli avrebbe intimato di consegnargli tutti i soldi che aveva con sé.
La vittima avrebbe ripetuto più volte di non avere denaro e sarebbe stata perciò picchiata violentemente con calci e schiaffi fino all’arrivo d’una vettura che, passando di lì per caso, avrebbe messo in fuga il terzetto coriglianese.
Da lì era seguita la denuncia della vittima che aveva permesso di risalire ai tre malfattori, riconosciuti addirittura insieme in una foto postata sui loro profili Facebook.
Per questa storia Marco Meligeni in seguito era stato assegnato ai domiciliari.
Ma ieri è finito di nuovo in carcere per un aggravamento della misura cautelare disposta dal giudice poiché, secondo le relazioni di servizio redatte dai carabinieri di Corigliano, diretti dal capitano Francesco Barone, il ventisettenne era aduso a non osservare gli obblighi di legge prescritti per quel tipo di detenzione, ricevendo continuamente amici nella sua abitazione.