Il 44enne è stato denunciato in Procura insieme ai 118 dipendenti dichiarati per “scucire” all’Istituto 400mila euro in due anni
L’ennesima rapina. Accertata dalla Guardia di finanza a seguito d’indagini che potremmo ormai definire “di routine” a queste latitudini. Qui, dove falsi operatori economici intraprendono in attività finalizzate non a creare nuovi posti di lavoro, assumendosi il connesso rischio d’impresa, ma ad aprire il “forziere” delle pubbliche risorse. Dividendosi il bottino, e di certo non “in parti uguali” con centinaia di complici sempre più bisognosi considerata la crisi economica che attanaglia l’Italia e in particolare il nostro Mezzogiorno.
Proprio qui, dove il “forziere” ha un acronimo familiare – Inps – soprattutto a chi lavora, o “in pratica” dovrebbe lavorare, tra le svariate coltivazioni delle nostre disseminate e verdi campagne.
E’ di circa 400mila euro – tra indennità agricole illegittimamente intascate e contributi previdenziali evasi – l’ammontare della nuova truffa operata da un falso imprenditore agricolo operante a Sibari, B.E., di 44 anni, perpetrata ai danni dell’Istituto nazionale della previdenza sociale e scoperta dai finanzieri del Gruppo di Sibari.
L’indagine delle fiamme gialle, coordinata dalla Procura di Castrovillari, ha consentito d’appurare il meccanismo truffaldino dello pseudoimprenditore per consentire ad oltre un centinaio di falsi braccianti, dichiarati quali suoi dipendenti, di percepire le indennità previdenziali ed assistenziali erogate dall’Inps.
L’uomo, attraverso la predisposizione di falsi contratti di fitto o comodato di terreni, ha documentato all’ente pubblico una rilevante disponibilità di fondi agricoli idonei a giustificare, nelle annualità 2011 e 2012, l’assunzione d’operai agricoli a tempo determinato per circa 12mila giornate lavorative.
E a tale scopo ha predisposto, fraudolentemente, tutti i documenti necessari per legittimare l’impiego della manodopera in agricoltura. In particolare ha inoltrato una denuncia aziendale utile ad ottenere il rilascio da parte dell’Inps del codice “Cida” indispensabile per l’invio trimestrale delle dichiarazioni di manodopera agricola per la conduzione dei terreni nella propria disponibilità; ha dichiarato falsamente all’Inps d’aver impiegato complessivamente 118 operai a tempo determinato per circa 12mila giornate; ha giustificato l’effettivo esercizio dell’attività d’impresa anche attraverso la predisposizione della pertinente documentazione amministrativo–contabile, inducendo, in tal modo, in errore l’ente pubblico circa la sussistenza dei requisiti di legge.
Ottenendo, così, l’erogazione delle prestazioni previdenziali a favore dei suoi pseudoperai.
Accertate 158 indennità indebitamente percepite per disoccupazione agricola e 157 tra malattia e maternità, il tutto per un importo complessivo di quasi 300mila euro.
Gli accertamenti condotti dalla Finanza hanno inoltre consentito d’appurare che la falsa azienda agricola per gli anni 2011 e 2012 ha omesso di versare nelle casse dell’Inps – e ci mancherebbe! – i contributi previdenziali relativi agli operai, quantificati in circa 100mila euro.
Tutte le situazioni penalmente rilevanti emerse a carico del titolare della fasulla azienda agricola interessata dagli accertamenti sono state via via denunciate alla Procura castrovillarese. Individuati e denunciati alla stessa Procura pure i 118 pseudobraccianti agricoli.