Novantanove indagati. Più altri quarantacinque. Ma sono sette di loro i più “inguaiati”. Ed è proprio nei loro confronti che nelle prime ore della mattinata di ieri poliziotti e finanzieri hanno notificato l’ordinanza applicativa di misure cautelari nell’ambito dell’inchiesta “Medical market” vergata dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Castrovillari, Margherita Letizia Benigno.
Così è finito agli arresti domiciliari il dottor Sergio Garasto, 53 anni, medico ospedaliero in servizio prima al “Compagna” di Corigliano Calabro e adesso al “Ferrari” di Castrovillari.
Così come Stefania Russo, 37 anni, ex barista, la sua amica Nunziatina Falcone di 43, e l’amico delle due amiche, Piero Andrea Zangaro di 33. Tutt’e quattro coriglianesi.
Avranno l’obbligo di presentarsi una volta al giorno alla polizia giudiziaria, invece, il dottor Leonardo Piro, 51 anni, coriglianese e medico in servizio al “Compagna”, e Giuseppe Di Paola di 42, di Trebisacce, il quale sempre al “Compagna” presta servizio in qualità di tecnico di radiologia.
All’avvocatessa Francesca Berardi, 35 anni, di Corigliano, è stata invece applicata una misura interdittiva: per i prossimi due mesi le sarà vietato d’esercitare la professione.
Loro e tutti gli altri, a vario titolo e in concorso, sarebbero gli artefici di decine di truffe alle compagnie assicurative e all’Istituto nazionale della previdenza sociale e, quindi, allo Stato.
Un giro e un raggiro da due milioni di euro. La maxi-inchiesta è durata circa due anni e mezzo e, sotto l’egida del capo della Procura castrovillarese, Franco Giacomantonio, ieri ha avuto un primo “approdo”.
Numerosi i capi d’imputazione contestati agl’indagati: dall’omicidio volontario al falso ideologico e materiale in atto pubblico, dalla corruzione al peculato, dalla frode alla truffa ai danni dello Stato.
“Fabbrica” di tali reati l’ospedale “Guido Compagna” di Corigliano Calabro, dove medici compiacenti avrebbero rilasciato false certificazioni mediche col fine d’ingannare i medici legali delle compagnie assicurative e, quindi, di conseguire anche loro illeciti profitti unitamente ai pazienti da loro stessi visitati.
Gravemente indiziato del delitto d’infanticidio il dottore Sergio Garasto.
Le indagini, corroborate da intercettazioni telefoniche, farebbero emergere le responsabilità del medico ospedaliero nella ritenuta soppressione volontaria del feto portato in grembo da Stefania Russo con la complicità dei suoi due amici Nunziatina Falcone e Piero Andrea Zangaro.
Un fatto risalente al 15 maggio del 2012 quando Stefania Russo, al settimo mese di gravidanza, avrebbe simulato un incidente stradale e soppresso il neonato all’esclusivo scopo di conseguire il risarcimento del danno.
Il secondo filone investigativo riguarda una marea di falsi invalidi “fabbricati” da un patronato di Corigliano Calabro, dal proprio avvocato referente e da medici compiacenti e complici – addirittura pure in qualità di consulenti tecnici del Tribunale – i quali sarebbero riusciti a mettere a segno truffe ai danni dell’Inps conseguenti all’indebito riconoscimento giudiziario delle indennità d’invalidità civile e/o d’accompagnamento.