Una tendopoli di disperati. Sono una settantina, di nazionalità marocchina, tunisina ed algerina, e da qualche tempo dormono lì, in quelle tende arrabattate come Dio – o Allah – vuole.
A ridosso della centralissima via Provinciale che collega le popolose frazioni Scalo e Schiavonea di Corigliano Calabro.
Sono quasi tutti immigrati regolari e di giorno sono manovalanza impegnata nella raccolta agrumicola delle clementine. Già, perché è inappropriato persino definirli “operai stagionali” dal momento che tra gli agrumeti loro vi sgobbano “a nero”, con “paghe” da indegno sfruttamento umano e senza assicurazioni né diritti alcuno.
Sono “invisibili” alle istituzioni e persino alle associazioni di volontariato: eppure il fatto che siano lì, questo lo sanno davvero tutti.
L’unica organizzazione a prendersi minimamente carico di loro è stata – finora – quella sindacale della Cgil. I cui responsabili, temendone uno sgombero tout-court e senza soluzione alternativa, ha cercato di coinvolgere in modo “diplomatico” le istituzioni, in primis la Prefettura di Cosenza ed il Comune di Corigliano Calabro, al fine di cercare e trovare loro un tetto migliore sotto il quale dormire.
Ma il freddo polare di questi ultimi giorni ha consigliato diversamente e il responsabile della locale Camera del Lavoro, Giuseppe De Lorenzo, ha preso carta e penna e scritto un’accorata lettera al prefetto di Cosenza, Gianfranco Tomao, col quale s’era già incontrato lo scorso 9 dicembre ed al quale aveva già palesato la scottante questione sulla quale secondo il massimo rappresentante di Governo nella provincia, sarebbe dovuto intervenire il Comune di Corigliano Calabro.
«Stigmatizziamo la totale insensibilità dell’amministrazione comunale del sindaco Giuseppe Geraci a voler affrontare una questione che rischia di trasformarsi in vera e propria emergenza sociale e sanitaria», scrive De Lorenzo il quale denuncia: «Più volte da noi sollecitata, l’amministrazione comunale non ha inteso né ascoltare né ricercare congiuntamente adeguate soluzioni, nonostante siano state avanzate delle proposte, ribadite in seguito al secondo incontro presso la sede comunale. Riteniamo di doverle richiedere un nuovo urgente incontro – continua il responsabile della Cgil – alla presenza del sindaco Giuseppe Geraci il quale sulla questione, pur nella sua gravità e delicatezza, non ha inteso assumere nessuna iniziativa».
La Cgil infine fa appello alla solidarietà da parte della cittadinanza coriglianese, informandola che giovedì prossimo 8 gennaio, unitamente ad alcune associazioni del territorio, si sta adoperando per raccogliere quanto necessario per affrontare l’emergenza che vivono gli “abitanti” della tendopoli, vale a dire coperte e indumenti utili a fronteggiare il loro crescente disagio e le condizioni climatiche avverse.