Anche se al momento non c’è la conferma ufficiale, appare più che probabile l’arrivo nel porto di Corigliano, tra le 21 e le 23 di questa sera, del mercantile “Ezadeen” battente bandiera della Sierra Leone con circa 400-450 persone a bordo. Infatti le autorità locali interessate, ad iniziare dalla Capitaneria di porto sono in contatto con i responsabili della missione Frontex che gestisce  il coordinamento del pattugliamento delle frontiere esterne aeree, marittime e terrestri degli Stati della UE e l’implementazione di accordi con i Paesi confinanti con l’Unione europea per la riammissione dei migranti extracomunitari respinti lungo le frontiere. Gli uomini della Capitaneria guidati dal Comandante Francesco Perrotti sono già allertati, così come le forze dell’ordine operanti nell’ambito del comune di Corigliano, i responsabili medico-sanitari dell’Asp/Cs e i componenti il nucleo di intervento organizzato dal comune coriglianese. Qui di seguito riportiamo le notizie fin qui pervenute e che riguardano questo altro mercantile con a bordo disperati in fuga dai propri paesi in guerra o in crisi. Ancora un mercantile carico di migranti, all’apparenza abbandonato dall’equipaggio, è alla deriva nello Ionio in acque ‘Sar’ (ricerca e soccorso) italiane, a circa 80 miglia da Crotone. L’allarme è scattato nel pomeriggio di ieri e sono in atto i soccorsi, coordinati dalla Guardia costiera, per portare a bordo del cargo del personale in grado di riprenderne la guida e condurlo in porto. Sulla nave ci sono circa 400 persone. Il mercantile ‘Ezadeen’ – lungo una sessantina di metri e battente bandiera della Sierra Leone – è stato individuato da un aereo delle Capitanerie di Porto a circa 80 miglia ad est di Crotone. Via radio una persona non identificata da bordo ha detto che l’imbarcazione è stata abbandonata dall’equipaggio e che naviga senza guida al timone. A bordo, ha riferito la voce, ci sono circa 400-450 persone, tra cui bambini e donne incinta. La velocità di navigazione era di circa sette nodi prima che si verificasse il black out generale che avrebbe fermato anche i motori. Le condizioni del mare (forza 4) e del tempo non sono buone, con un vento che soffia da est/nord-est. Il coordinamento delle operazioni di soccorso è stato assunto dalla centrale operativa di Roma della Guardia costiera che, come già nel caso della petroliera attraccata l’altra notte a Gallipoli, ha attivato gli interventi d’urgenza per evitare in primo luogo che la nave potesse concludere il suo viaggio sulle scogliere. Subito è stato chiesto e ottenuto l’impiego della nave islandese Tyr della missione Frontex che ha intercettato il mercantile intorno alle 18,50 di ieri. Le difficili condizioni meteo marine, la mancanza dell’equipaggio a bordo e la velocità del cargo non hanno però consentito l’abbordaggio da parte dell’equipaggio della Tyr. La Guardia costiera ha quindi inviato un elicottero con una squadra che dovrà calarsi a bordo del cargo e assumerne il controllo: si tratta di sei uomini delle Capitanerie di Porto di Taranto e Gallipoli che verranno calati sul mercantile con un elicottero dell’Aeronautica Militare.  “Un HH-139 – conferma l’Aeronautica Militare – è partito dall’aeroporto di Gioia del Colle per soccorrere la nave cargo Ezadeen attualmente ferma per un black out a circa 40 miglia a largo di Capo di Leuca. A causa delle difficili condizioni meteorologiche la nave può essere raggiunta solamente per via aerea. L’elicottero dell’84mo Centro SAR (Search and Rescue), sta trasportando tre operatori della Capitaneria di Porto, per mettere in sicurezza la nave. Successivamente – prosegue la nota dell’Aeronautica – preleverà da una nave della Guarda Costiera islandese impegnata nelle operazioni Frontex, tre medici che si occuperanno delle cure alle persone a bordo. L’elicottero raggiungerà poi Galatina (LE) per caricare a bordo altri tecnici da trasportare sulla Ezadeen”. La vicenda sembra confermare il copione già visto nel caso della Blu Sky M: l’allarme dato via radio, equipaggio ‘scomparso’, centinaia e centinaia di persone lasciate in balìa del mare. Anche stavolta gli inquirenti dovranno verificare se gli scafisti di turno siano realmente fuggiti o se, come avvenuto sul cargo sbarcato a Gallipoli, si siano solo nascosti tra i profughi sperando di farla franca.

Giacinto De Pasquale