Il 33enne senegalese Moustapha Mbaye era stato arrestato l’altra notte dalla Polizia dopo la denuncia d’una giovane infermiera
Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Castrovillari, Anna Maria Grimaldi, alle 14 di ieri ha disposto l’immediato rilascio del 33enne di nazionalità senegalese Moustapha Mbaye. Già. Non è lui infatti il rapinatore seriale che da settimane sta terrorizzando gli automobilisti di Corigliano Calabro in lungo e in largo sull’intero territorio comunale. Eppure il vicequestore aggiunto del Commissariato di Polizia di Rossano, Raffaele De Marco, ed il suo omologo che dirige la Squadra mobile di Cosenza, Giuseppe Zanfini, se ne erano detti convinti durante la conferenza stampa da loro convocata e tenuta giovedì presso gli uffici della Questura a Cosenza.
Nella tarda mattinata di ieri s’è tenuta l’udienza per la convalida dell’arresto dell’immigrato – difeso dall’avvocato Maria Rosa Novellis – e fondatamente il Primo giudice non l’ha convalidato.
Persino per il furto consumato qualche ora prima del suo arresto da parte della Polizia ai danni dell’infermiera 29enne M.M. residente nella contrada coriglianese di Ogliastretti.
Sì, perché oltre al riconoscimento da parte della vittima del furto, effettuato negli uffici del Commissariato rossanese durante la nottata tra mercoledì e giovedì, non v’è stato il ritrovamento della refurtiva – vale a dire la borsetta e gli oggetti in essa contenuti – né all’interno della casa dove l’immigrato aveva illegalmente trovato dimora né negli agrumeti circostanti quella stessa casa di contrada Cava Farinara, a un tiro di schioppo dall’incrocio di contrada Insiti con la Statale 106.
Nulla di nulla se si esclude il riconoscimento dell’uomo come suo aggressore da parte della vittima, la quale in precedenza ne aveva descritto il vestiario offrendone corrispondenza ai riscontri da parte della Polizia.
Ma l’elemento più importante del caso è che Moustapha Mbaye non è affatto il rapinatore seriale che ha agito in modo tracotante in queste settimane, in un caso pure con una violenza carnale, perché a scagionarlo senza ombra di dubbio vi sono le comparazioni del suo Dna con quello delle tracce lasciate dal rapinatore – quello vero – che purtroppo è ancora libero di consumare le proprie azioni criminali.
L’ultima – per fortuna solo tentata nei confronti d’una donna al volante – proprio nel tardo pomeriggio di ieri all’incrocio di contrada Santa Lucia con la Statale 106. L’episodio è stato segnalato ai Carabinieri che continuano a dare la caccia a un cittadino straniero d’origine maghrebina…