Scovato in nottata dalla Polizia è stato riconosciuto da un’infermiera di 29 anni che aveva subito una rapina qualche ora prima all’incrocio di Insiti
Potrebbe essere lui l’autore d’almeno una decina di furti, scippi e rapine consumati nelle ultime settimane in lungo e in largo nel Coriglianese e denunciati dalle vittime alle forze dell’ordine.
Carabinieri e Polizia gli davano la caccia senza sosta e senza lesinare energie e sforzi investigativi al fine d’individuarlo e di neutralizzarne le gesta delittuose.
Che per giorni e giorni hanno seminato tensione e terrore negli animi degli automobilisti coriglianesi, in particolare nelle donne al volante, al solo pensiero di fermarsi ad un incrocio e di ritrovarsi con lo sportello spalancato ed un coltello puntato davanti.
Già, perché in un caso di rapina una donna è stata persino violentata.
Azioni fulminee e violente che lasciavano le vittime senza i soldi che avevano addosso ed i loro effetti personali.
La svolta alle indagini potrebbe essere arrivata durante la nottata tra mercoledì e ieri tra gli agrumeti di contrada Cava Farinara, nei pressi della più nota contrada Insiti che insiste a ridosso della Statale 106 jonica al confine tra Corigliano Calabro e Rossano.
E’ proprio qui che l’ultima vittima, una giovane infermiera d’origini salernitane residente in contrada Ogliastretti, M.M. di 29 anni, poco prima delle 21 era stata aggredita mentre era di ritorno dall’ospedale di Rossano dove fino a poco prima aveva prestato servizio.
La donna, a bordo della propria Lancia Y, una volta guadagnato l’incrocio che dalla Statale 106 immette sulla strada comunale di contrada Insiti ed era quindi a marcia lenta, vede aprirsi lo sportello anteriore destro della vettura e si ritrova faccia a faccia con un uomo di colore il quale afferra la sua borsa poggiata sul sedile.
Un’azione fulminea quella del rapinatore, che immediatamente fugge via per quella strada scavalcando la recinzione metallica d’un agrumeto scomparendo nel buio.
Dopo la rapina la donna invoca l’aiuto d’un automobilista che aveva appena attraversato lo stesso incrocio e insieme chiamano il 113 della Polizia.
Nel Coriglianese era già attivo un apposito gruppo investigativo istituito dal questore di Cosenza, Luigi Liguori, e composto da agenti specializzati della Squadra mobile, diretta dal Vicequestore aggiunto Giuseppe Zanfini, e del Commissariato di Rossano diretto dal suo omologo Raffaele De Marco.
Così poco dopo finiva in manette Moustapha Mbaye, 33enne di nazionalità senegalese e con precedenti di polizia giudiziaria, identificato in Questura con le procedure di polizia perché al momento del fermo è stato trovato sprovvisto dei propri documenti d’identità.
Il presunto autore di questa e d’altre rapine è stato riconosciuto dalla vittima dopo essere stato “scovato” proprio nell’agrumeto di cui aveva scavalcato la recinzione.
La sua dimora era infatti una casupola che insiste su quello stesso appezzamento di terreno e che divideva con un suo più giovane connazionale, D.A. di 22 anni, il quale è stato denunciato a piede libero per favoreggiamento personale.
Secondo gl’inquirenti Moustapha Mbaye potrebbe essere l’autore d’una serie di furti e rapine avvenute negli ultimi mesi a Corigliano Calabro: i sospetti sono legati alla dinamica degli scippi, identica a quello che ha portato al suo arresto. Ma a dire una parola certa potrà essere solo e soltanto il già disposto esame del Dna.
Le vittime sono tutti automobilisti fermi a qualche incrocio, scippati e a volte minacciati con la lama d’un coltello puntata alla gola.
Dieci in tutto casi denunciati ma secondo i poliziotti potrebbero essere molti di più. E non è detto affatto che il responsabile sia proprio il senegalese preso ieri.
Già, perché gl’inquirenti cercavano un solitario rapinatore, sì, però d’origine maghrebina…